Al via il Sanchez-tris. Il leader del Psoe conclude l’odissea elettorale in Spagna: 179 i seggi a suo favore, ecco giunta la riconferma al governo. Decisiva la concessione dell’amnistia verso i catalani per il referendum del 2017 e il conseguente supporto dei partiti indipendentisti di Junts e Erc.
Sanchez torna al governo: le carte di maggio sono scoperte
Si conclude una vicenda politica che ha tenuto banco per sei mesi e lo fa con un epilogo per tanti inaspettato e quasi impensabile qualche mese fa. Era lo scorso maggio, infatti, quando la netta sconfitta di Sanchez alle amministrative, con le generali alle porte, sembrava sancirne la sua uscita dalle scene.
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In politica, però, oltre al supporto serve anche abilità e il leader del Psoe, con l’anticipo delle elezioni a luglio ha dimostrato di essere disposto a giocare. Una mossa da dentro o fuori, una mossa che ha fermato il processo di declino del premier di Spagna, ma che se fosse stato troppo tardi per eseguirla ne avrebbe determinato il definitivo flop. 50% e 50%, nessun calcolo che poteva prevedere il futuro: si è giocato a carte coperte, solo il tempo ne avrebbe svelato l’esito.
Giunti al 16 novembre ecco girate le carte: poker d’assi per Sanchez, riconferma ottenuta. Ma se è stata la prima mossa ad arrestare l’ascesa del rivale Feijoo, che non ha avuto tempo di ottenere i seggi necessari né il 27 luglio, né il mese scorso quando ha ricevuto l’incarico di formare il governo, è stata un secondo gesto, o meglio sacrificio, a portare nuovamente il Psoe a governare in Spagna: la concessione dell’amnistia catalana. Una decisione che spacca in due il paese e che si porta dietro gli strascichi di una stagione politica da premio Oscar.
Spagna, dall’accordo con Diaz a quello sull’amnistia
La lunga stagione elettorale in Spagna potrebbe essere vicina al suo epilogo. Dopo l’accordo con la leader di Sumar Yolanda Diaz, infatti, il presidente del PSOE Pedro Sanchez ha effettuato un altro passo fondamentale in vista della sua riconferma al governo. L’intesa con ERC per l’amnistia catalana è in dirittura d’arrivo e se, come previsto, dovesse garantire anche il supporto di Junts, gli iberici potrebbero finalmente (ri)accogliere la nuova presidenza.
A più di tre mesi dalle elezioni e dall’inizio dell’odissea elettorale in Spagna, la formazione del nuovo governo sembra vicina. Dopo il tentativo fallito dal leader del PP Feijoo, il testimone è passato al presidente uscente Sanchez, che ha tempo fino al 27 di novembre per ottenere i 176 seggi necessari per l’investitura,
L’accordo sulle misure sociali firmato con Yolanda Diaz è stata la prima tappa verso l’acquisizione del voti mancanti, ma decisivo è il supporto dei partiti catalani ERC e Junts. Le richieste di questi ultimi sono note da tempo e vertono un un tema fondamentale: l’amnistia degli indipendentisti del referendum del 2017.
Sanchez-ERC: intesa raggiunta
La notizia dell’accordo per l’amnistia tra Sanchez e il presidente di ERC Pere Aragones è giunta nella serata di martedì. Il partito catalano ha dichiarato che essa riguarderà tutte le rappresaglie politiche nei confronti dei fautori del tentativo secessionista del 2017. A questo punto non resta che mettere su carta la norma e il leader del PSOE punta ad effettuarlo nella giornata di giovedì, in modo tale da fissare l’investitura per la prossima settimana.
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