Strage in Texas, il grido dell’NBA: «Washington non ascolta»

Redazione
4 Min di lettura

L’allenatore dei Golden State Warriors di Dallas sulla strage di Uvalde: «Stanco di fare le condoglianze alle famiglie devastate». Il cordoglio di LeBron James e Steph Curry

Il mondo del basket americano fa sentire la sua voce contro il proliferare delle stragi armate negli Usa. Nella conferenza stampa pre partita, l’allenatore Steve Kerr pronuncia un forte discorso di denuncia: «Non si può andare avanti così, è ora di fare qualcosa – ha detto il coach dei Golden State Warriors – ma a Washington si girano dall’altra parte». 

Kerr ricorda i 19 bambini vittima della violenza omicida di Uvalde, città poco lontana da Dallas, dove si allena la squadra dell’Nba. «Oggi qualsiasi domanda sul basket non ha importanza. Negli ultimi dieci giorni, abbiamo avuto anziani neri uccisi in un supermercato a Buffalo, abbiamo avuto fedeli asiatici uccisi nel sud della California, ora abbiamo bambini uccisi a scuola. Quando faremo qualcosa? Sono stanco, davvero stanco di fare le condoglianze alle famiglie devastate che sono là fuori», esordisce l’allenatore col volto rigato di lacrime. 

Steve Kerr all’età di 18 anni ha perso il padre, rettore all’Università di Beirut, in una sparatoria terrorista operata dagli estremisti islamici. Le sue parole più dure sono rivolte ai vertici del potere degli Stati Uniti, che si oppongono alla regolamentazione del possesso e del commercio di armi nella nazione. 

«Il 90% degli americani, indipendentemente dal loro credo politico, vuole controlli più stringenti – sottolinea Kerr- Invece siamo tenuti in ostaggio di 50 senatori a Washington che si rifiutano persino di mettere il provvedimento ai voti, nonostante sia quello che noi americani vogliamo». 

La partita si è svolta regolamente, preceduta da un minuto di silenzio in ricordo delle vittime, ma il video della conferenza di Kerr è stato ripreso da più canali ed è virale sui social. 

L’Nba si schiera con Kerr

Non è la prima volta che i volti dell’Nba entrano nei dibattiti dell’opinione pubblica. Era già capitato in passato con l’uccisione di Floyd e il Black Lives Matter e, nella giornata di oggi, sta accadendo di nuovo con la strage di Uvalde. 

Tante le stelle del basket Usa che rilanciano l’intervista di Steve Kerr e incitano i tifosi a riflettere sulle sue parole. Fra essi anche la star mondiale dell’Nba LeBron James il cui seguito sui social raccoglie più di 100 milioni di follower. 

King James scrive sui social: «Quando è troppo è troppo. Sono i nostri bambini e noi continuiamo a metterli in pericolo a scuola. Sul serio, A SCUOLA, dove dovrebbero essere più al sicuro. Tutto questo deve cambiare, DEVE». 

L’asso dei Golden State Warriors Steph Curry rilancia il discorso di Kerr, chiedendo ai tifosi dell’Nba di rivolgere più attenzione alle parole del suo coach che alle finali di Conference. Poi aggiunge ai microfoni: «Ogni parola che ha detto è stata potente e significativa. Anche io cerco di usare la mia voce e i miei social per aiutare, si spera, a cambiare». 

 

© Riproduzione riservata

Condividi questo Articolo