Sono giorni di dubbi e incertezze quelli che sta affrontando la città di Bologna. La Torre Garisenda, simbolo della città insieme alla Torre degli Asinelli, rischia il crollo. La struttura pendente in muratura più alta d’Italia sta subendo da troppo tempo le vibrazioni dei mezzi pesanti che circolano nella zona. I dati sulle oscillazioni stanno iniziando a preoccupare, perciò è stata prevista la chiusura di Piazza di Porta Ravegnana al traffico.
Nel frattempo, la zona si riempie di turisti pronti a fotografare una torre simbolo che forse tra poco tempo potrebbe non esistere più.
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Situazione da codice rosso: la Garisenda è scesa di un centimetro
Sembrerebbe esserci sempre meno tempo per salvare la torre della Garisenda che ormai da quasi un mese sembra pronta a crollare da un momento all’altro. Inutili i transennamenti e le deviazioni dei mezzi pesanti; la torre è ancora in difficoltà e lo dimostra sprofondando di circa un centimetro. Un cedimento che potrebbe sembrare minimo ma che in realtà può mettere in serio pericolo la stabilità della struttura.
“La situazione è da codice rosso. Bisogna portare l’attenzione in condizioni di massima allerta, ritenendo che non sussistono più le condizioni di sicurezza“, così si apre la relazione finale del comitato tecnico scientifico che ieri, 15 novembre, si è riunito per discutere il da farsi con la Garisenda.
Nell’ultimo periodo lo scenario è peggiorato ed anche di molto, tanto che ormai si teme l’intero crollo della struttura. Ora, l’unica domanda che rimane è “In che direzione crollerà la Garisenda?“. Per il momento si parla di una pendenza a sud, che potrebbe quindi coinvolgere la Chiesa di San Bartolomeo, ma non si esclude anche un ribaltamento verso la vicina torre degli Asinelli.
Incredibilmente, però, nonostante lo scetticismo dei cittadini, la relazione del comitato ha riconosciuto la prontezza del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, nel transennare la zona per garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini. Secondo gli esperti, infatti, “I valori di probabilità di collasso sono inaccettabilmente elevati, oltre 10.000 volte superiori a quanto tipicamente consentito dalle norme“, perciò non resta che scoprire se i fondi per il restauro saranno sbloccati prima del crollo effettivo della Garisenda.
In ballo 4,7 milioni ma non basteranno per riparare la Garisenda
In arrivo una variazione di bilancio da 4,7 milioni di euro per far rimanere in piedi la Torre della Garisenda, che ormai da mesi preoccupa i bolognesi e non solo. Pochi giorni fa il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha annunciato i fondi stanziati in due tranche da poter investire nelle riparazioni strutturali del monumento.
In un primo momento sarà necessario riparare la struttura di base della torre, così da darle una maggiore stabilità. Poi, bisognerà procedere con la restaurazione a tutto tondo. Il sindaco ha già precisato che i 4,7 milioni non basteranno a coprire tutte le spese, per questo il Comune ha dato vita all‘Art Bonus, che si prospetta essere la più grande raccolta fondi dal dopoguerra.
Si era anche ipotizzata, secondo le parole del ministro Sangiuliano, una ripartizione delle spese per il restauro: 5 milioni il comune, 5 Milioni la Regione e 5 milioni il ministero. Per ora comunque nulla è certo, perciò sarà necessario attendere il summit dell’Unesco, che intende inserire nel suo patrimonio sia la Torre degli Asinelli che la Garisenda.
Bologna, le preoccupazioni dei residenti per la Garisenda
La possibilità di un cedimento strutturale della Garisenda non è una novità per i residenti bolognesi, che già da anni lamentano la circolazione troppo estesa di mezzi pesanti nella zona. In particolare, la presenza di autobus snodati dal peso di 28 tonnellate, necessari per permettere la circolazione dei turisti, ha da sempre destato preoccupazioni e disagi nei residenti. “Le vibrazioni raggiungono il terzo piano del mio palazzo” ha dichiarato al Resto del Carlino un ragazzo che risiede proprio di fronte alle due torri, “a cosa è servito il cantiere in Piazza che c’è da anni? Non penso che la torre crollerà, ma se lo facesse non penso che le transenne saranno di qualche aiuto”.
Una situazione che va avanti da circa un decennio ma che è stata nascosta come la polvere sotto il tappeto. Oggi, però, è forse troppo tardi per “curare” la Garisenda, che si erge da ben 900 anni sul panorama bolognese. Una torre che insieme alla sua gemella, poco più alta, è diventata lo spartitraffico più alto d’Italia, e che ora inizia a risentire di tutti i veicoli che le sono passati intorno, indebolendo di giorno in giorno le sue fondamenta.
Bologna, l’allarme per salvare la Garisenda
Una situazione ignorata a lungo ma che finalmente è stata presa in considerazione grazie all’allarme lanciato dalla sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni, dopo aver incontrato il sindaco Matteo Lepore e la soprintendente Francesca Tomba.
La situazione è complessa, poiché la torre non solo è pendente ma subisce anche un fenomeno di torsione che aumenta le possibilità di un cedimento. Il Comune di Bologna, però, cerca di tranquillizzare garantendo che le preoccupazioni non riguardano un possibile crollo completo, ma il distacco di materiale. Da qui la decisione di transennare la base delle due torri per evitare feriti.
Le torri pendenti nel mondo. E le due torri di Bologna come si posizionano?#BOLOGNA #Turismo #Travel #EmiliaRomagna #traveltips pic.twitter.com/hFbjtoDiEV
— Visitup Bologna (@VisitupBologna) April 18, 2017
A monitorare le operazioni sulla Garisenda c’è proprio Lucia Borgonzoni, che si è anche attivata prontamente per richiedere che parte dei fondi del PNRR venissero utilizzati per tenere in piedi la Garisenda. I fondi disponibili sono circa cinque milioni di euro, che però potranno aumentare nel caso non si rivelino sufficienti. Lucia Borgonzoni ha tenuto a sottolineare a Il Resto del Carlino, che la denuncia immediata della soprintendente Tomba ha permesso di richiedere in tempo questi fondi.
Una situazione che non è mai stata affrontata prima dalla città di Bologna, colpevole forse di aver trascurato per troppo tempo le sue torri simbolo e che oggi, cerca di correre ai ripari e di tenere insieme la Torre degli Asinelli e la Garisenda. Un aiuto considerevole quello del PNRR che ha evitato una triste ricerca di fondi da parte del Ministero della Cultura e che permetterà di trovare la soluzione più adatta per salvare il monumento. Non ci resta che sperare che non sia troppo tardi.
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