Giornata dell’alimentazione: ripartire dai semi e preservare l’acqua

Le soluzioni agricole per prevenire lo stress idrico e prevenzione alla precarietà

5 Min di lettura

L’acqua è vita, l’acqua ci nutre. Non lasciare nessuno indietro” è il tema scelto in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione 2023. L’attenzione è dunque posta quest’anno sulla tutela delle risorse idriche mondiali, messe in crisi dai cambiamenti climatici, la crescita demografica e l’inquinamento.

Secondo i dati della Fao, ad oggi, le risorse idriche mondiali sono diminuite del 20% e circa 2,4 miliardi di persone vivono in Paesi sottoposti ad un grave stress idrico. Stress dovuto a lunghi periodi di siccità, causa principale di una grave crisi dell’alimentazione, che si sommano alla crisi energetica e geopolitica.

Giornata alimentazione, soluzioni agricole per preservare l’acqua: l’aridocultura

Il principale settore in cui si consuma la maggior quantità di acqua a livello mondiale è l’agricoltura. Si stima infatti che questa causi un consumo idrico del 72%, contro il 16% dell’industria e il 12% delle abitazioni e i servizi. È dunque nel settore agricolo che bisogna intervenire per preservare le risorse idriche e adattarsi ai cambiamenti climatici. Tra le molteplici soluzioni proposte, la più coerente anche con le nuove condizioni climatiche è l’aridocultura.

Essa si basa su tecniche di lavorazione dei terreni che permettono di trattenere l’acqua nel sottosuolo, evitandone la dispersione. Si tratta di pratiche come l’aratura, la sarchiatura o la pacciamatura, le quali riducono la crescita di erbe infestanti che assorbiscono acqua dalle colture.

L’aridocoltura (particolarmente adatta per la coltivazione di olivo, vite, cereali, patate, legumi, pistacchi, pomodori, aglio e cipolle) è praticata principalmente a Lanzarote e in Senegal, dove si coltiva sotto un manto di sabbia per evitare l’evaporazione dell’acqua o dove si utilizzano alberi fertilizzanti per nutrire il terreno e riparare le piante, e a Pantelleria dove si sfrutta l’umidità e la rugiada del terreno. 

L’idea alla base dell’aridocoltura si è estesa recentemente anche nel nord Italia, dove la scorsa primavera si è discussa la possibilità di “ragionare secondo le strategie di aridocoltura, esattamente come avviene nelle regioni del Sud Italia per gestire il cambiamento climatico”.

Giornata alimentazione: ripartire dai semi per ridare valore al lavoro nei campi

Da un’analisi svolta dalla Coldiretti è emerso che “l’andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli è sempre più condizionato dai movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli delle materie prime destabilizzando i prezzi di petrolio, metalli preziosi e grano”.

Secondo ciò, passando per esempio dal grano al pane vi è un aumento del prezzo pari a circa il 17%. Se quindi un chilo di grano viene pagato agli agricoltori 24 centesimi, la stessa quantità di pane sarà rivenduta ad un prezzo compreso tra i 3 e i 5 euro. Per risolvere questa precarietà, sembra essere necessario per prima cosa ridare valore al lavoro nei campi. E per fare ciò la Fondazione Seminare il Futuro ha proposto di ripartire dai semi, per creare piante resistenti e adatte a sopravvivere alle nuove condizioni climatiche.

L’Italia si è già attivata in questo campo con l’approvazione del Piano Nazionale delle sementi Bio, con l’obiettivo di aumentare la disponibilità di semi per le aziende agricole e migliorarne la resa con una vasta gamma di semi adatti all’agricoltura biologica.

La direttrice Federica Bigongiali ha, a tal proposito, dichiarato “Dobbiamo creare filiere del seme interamente biologiche in modo da evitare il più possibile contaminazioni con i semi convenzionali soprattutto oggi che è possibile sperimentare le piante definite New Genomic Techniques: servono regole chiare e condivise sulle distanze da seguire, registri dei siti di prova, monitoraggi sul campo per garantire la tracciabilità”.

L’amministratore delegato di NaturaSì Fausto Jori sostiene, inoltre, che l’attività possa “creare condizioni migliori per l’alimentazione del futuro. Un cibo che non appesantisca il Pianeta” e che possa aprire la strada giusta da percorrere, considerando anche che “entro il 2030 il 25% della superficie agricola europea dovrà essere destinata al metodo biologico”.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo