Sono ore di apprensione in Francia. L’atmosfera nelle città de l’Hexagone è carica di tensione a causa del terrorismo. Il Paese è messo ancora una volta alla prova dagli attentati di matrice islamica.
Dopo la chiusura del museo del Louvre di Parigi per allerta bomba e dopo il tragico omicidio di un insegnante ad Arras, nel primo pomeriggio è stata la volta di un altro luogo simbolo: la Reggia di Versailles, che resterà chiusa per tutta la giornata. L’allarme bomba è stato lanciato dopo un messaggio anonimo sul sito moncommissariat.fr. Ad essere stata coinvolta anche la Gare de Lyon dopo il ritrovamento di una bottiglia contente protossido d’azoto. Un allarme che – come riferito da Le Monde – è subito rientrato, mentre un portavoce delle ferrovie francesi Sncf ha precisato che “si è trattato di un intervento di routine“.
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Francia: un Paese in ‘massima allerta’
Non sorprende la decisione di ieri del governo, guidato da Elisabeth Borne, che ha alzato al massimo livello l’allerta attentati in Francia. Quella che era diventata una ferita, ora è uno squarcio lasciato dall’ultimo attentato di Arras: l’attacco nella scuola “Gambetta-Carnot” in cui un russo-ceceno ha accoltellato a morte un insegnante sulle grida di “Allah Akbar”.
Lo stato di allerta non sta risparmiando nemmeno il mondo della cultura, con misure che riguardano due dei principali monumenti della Francia: il Louvre e la Reggia di Versailles. Il Louvre ha fatto sapere in una nota: “Per motivi di sicurezza, il museo del Louvre chiude le sue porte per la giornata di oggi. Le persone che hanno prenotato una visita per oggi saranno rimborsate”.
Francia e Israele: le ripercussioni sulla cultura
La notizia dell’attentato ha smosso gli animi: un fuggi-fuggi generale che ha comportato il panico in molte città francesi. Davanti questi scenario, il ministro dell’Interno Francese Gérald Darmanin parla di un possibile collegamento dell’attacco a quanto sta accadendo in Israele: le ripercussioni sul mondo della cultura, con monumenti e siti sensibili sui quali si mantiene alta l’attenzione.
Quello di Arras è l’ennesimo attentato terroristico di matrice islamica che colpisce la Grand Nation e avviene a soli tre giorni dal terzo anniversario della decapitazione del professore di storia e geografia Samuel Paty, avvenuto il 16 ottobre 2020 a Conflans-Sainte-Honorine. Quel giorno Paty era stato preso di mira da un terrorista di origine cecena, poi ucciso dalla polizia.
Francia: la legge antiterrorismo
Lo spazio dove si muovono questi attentati s’inserisce in un contesto delicato in cui la Francia deve preoccuparsi al terrorismo esogeno ed endogeno. Su questo punto occorre una particolare riflessione: l’attenzione di giovani che fanno propria un’ideologia islamista profondamente radicale.
Nel novembre 2017 è entrata in vigore la nuova legge antiterrorismo, la numero 1510, fortemente voluta dal presidente Macron per sostituire lo stato d’emergenza. Con maggiori controlli finalizzati alla sicurezza del Paese, si tratta di una legge che da una parte ha sventato più di 10 attentati, ma dall’altra non è riuscita a placare il fenomeno che è piaga della Francia. Quello di Arras ne è un chiaro esempio.
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