Migranti, diritti sempre più a rischio: il nuovo decreto e le minacce dalla Tunisia

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Una visita di Laura Boldrini all’hotspot di Pozzallo, in Sicilia, ha riportato l’attenzione nel Nostro Paese sulle condizioni dei minori stranieri non accompagnati. Una situazione che Boldrini definisce “terrificante, mentre racconta le condizioni di due giovani ragazze somale di 16 e 17 anni: dormono insieme agli adulti, su materassi sporchi buttati a terra e, mentre subiscono nuovi traumi, portano ancora addosso le cicatrici delle violenze subite in patria.

E mentre nascono dibattiti sulle reali condizioni di vita dei migranti in Italia, il governo si trova a fronteggiare le minacce e i ricatti della Tunisia, a seguito della firma del Memorandum d’intesa.

Migranti, il nuovo decreto Immigrazione e sicurezza

Una visita non casuale, quella di Laura Boldrini, che ha ottenuto proprio ciò che cercava: le prove delle condizioni disumane in cui versano i migranti sbarcati in Italia, soprattutto i più fragili.

L’occasione della visita, infatti, nasce dal nuovo decreto-legge sull’immigrazione, che lunedì inizierà ad essere discusso in Parlamento. Un dl che lascia perplessa l’opposizione, proprio per i profili di incostituzionalità e di mancato rispetto delle convenzioni internazionali. Il punto più controverso del nuovo decreto riguarda proprio i minori stranieri non accompagnati, che superati i 16 anni verranno considerati a tutti gli effetti degli adulti.

Una decisione ostacolata anche dalle organizzazioni che in Italia si occupano di rifugiati e migranti, come Amnesty International, Caritas Italia, Save The Children e altri. Una decisione che sembra paradossale, che per un guadagno puramente economico mette in pericolo la vita di migliaia di minori. Sono già 23 mila i minori tra i 16 e i 17 anni che dall’inizio dell’anno sono in accoglienza nel nostro Paese. Una cifra destinata a crescere e che il governo cercherà di annullare attraverso la nuova formula degli over sedicenni, una sorta di ibrido che permetterà di trattare questi minori come veri e propri adulti.

Migranti, le parole dell’opposizione

In molti dopo le indiscrezioni sul nuovo Decreto Immigrazione, hanno dato voce al loro scontento definendo le nuove norme un atto di “pura cattiveria”.

È stato Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, uno dei primi ad esporsi dichiarando che “a forza di fare propaganda la maggioranza sta facendo del cattivismo uno strumento di governo”.

Anche Riccardo Magi, segretario di +Europa ha criticato le scelte del governo Meloni: “Invece di investire sull’accoglienza si pensa a creare strutture di detenzione e procedure sbrigative per i minorenni”. Le parole di Magi pongono l’attenzione su un altro problema da non sottovalutare, ovvero le tecniche per il rilevamento dell’età dei giovani migranti che arrivano sul suolo italiano. Prassi che si velocizzano sempre di più e che rischiano di non essere più attendibili e di privare dei diritti e delle tutele coloro a cui spettano.

Migranti, il Memorandum con la Tunisia è un’arma a doppio taglio

Ben più complessa la situazione che il governo Meloni deve affrontare con la Tunisia. La firma del Memorandum d’intesa ha provocato una situazione allarmante e non trascurabile. Un patto che avrebbe dovuto, secondo le intenzioni della Commissione europea che l’ha siglato, apportare guadagni sia all’Italia che al Paese nordafricano.

Il premier Giorgia Meloni si era mostrata soddisfatta dell’accordo, definendolo solo il primo di una serie di patti con i Paesi nordafricani. Un Memorandum che prevede la concessione alla Tunisia di una serie di fondi per arginare l’immigrazione e che avrebbe dovuto consentire all’Italia di limitare gli sbarchi.

Memorandum d’Intesa, rapporti fragili con la Tunisia

Una vicenda che però ha iniziato ad assumere una strana piega: la Tunisia ha restituito sdegnosamente circa 60 milioni di euro, una parte dei fondi accordategli dall’UE, come promessa di future ritorsioni. Una minaccia confermata dalle parole del ministro degli Esteri tunisino, Namil Ammar, che ha dichiarato di voler rendere pubblici i particolari più sgradevoli dell’accordo.

Una storia poco comprensibile se non si prende in considerazione la visita del Ministro a Mosca a settembre 2023, quando un commissario europeo gli si era rivolto con frasi infelici. Una situazione che ha provocato lo sdegno del Ministro, che ha deciso di vendicarsi con minacce e ritorsioni.

Memorandum d’intesa, diminuzione degli sbarchi ma a che costo?

Un dettaglio non trascurabile, derivato da tutta questa storia, è la reale condizione dei migranti tunisini, i quali a seguito dell’accordo si sono trovati a fronteggiare minacce e pericoli maggiori durante i tentativi di raggiungere l’Italia. Una situazione, agevolata dalle azioni dell’Italia che, pur di diminuire l’arrivo di immigrati è disposta a spalleggiare un Paese che ha dato il via ad una politica fortemente ostile nei confronti dei migranti in transito nel Paese. Una politica di cui l’Unione Europea è a conoscenza e che cerca di risolvere con semplici richiami.

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