Più volte in questi giorni, dopo lo scoppio del conflitto tra Israele e Palestina, Papa Francesco si è preoccupato moltissimo delle vittime innocenti uccise dai bombardamenti e dai soldati. “Ci insegnano la limpidezza delle relazioni, l’accoglienza spontanea di chi è forestiero e il rispetto per tutto il creato” ha dichiarato in più occasioni il Pontefice parlando della grandiosità dei piccoli di tutto il mondo.
Il terrorismo e gli estremismi non risolvono il conflitto tra israeliani e palestinesi, ma alimentano l’odio, la violenza e la vendetta e fanno solo soffrire tutti. Il Medio Oriente ha bisogno di una pace costruita sulla giustizia, sul dialogo e sul coraggio della fraternità.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) October 11, 2023
È proprio per questo motivo che ha deciso di imparare il più possibile da chi ha “il cuore puro”, e fare tesoro della saggezza e degli insegnamenti che, molto spesso, i bambini danno senza neanche saperlo. L’idea di scrivere un libro sul botta e risposta tra il Papa e i bambini di tutto il mondo è venuta al vaticanista de La Stampa, che ha raccolto tutte le testimonianze e gli insegnamenti scaturiti da questo lungo dialogo in un libro. È in questo modo che è nato “Cari bambini…”, dove al suo interno sono stati affronti i temi più disparati. Primo tra tutti e di estrema attualità, quello della guerra.
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Papa Francesco, perché esiste la Guerra?
A fare questa complicatissima domanda è stato Dario, un bambino di 10 anni proveniente dalla Spagna. “Dario – ha risposto il pontefice – quando si cresce c’è il rischio di diventare egoista e di desidera tanto potere e anche tanto denaro. Anche a costo di fare la guerra contro qualche altro Paese che è un ostacolo a questo obiettivo di potenza, oppure che ha un capo con gli stessi scopi. Pur sapendo che significa uccidere altre persone“.
“Troppo spesso, nella storia, chi è diventato capo di una nazione – continua – non ha saputo frenare il suo desiderio di essere il più forte di tutti, di comandare il mondo. Si chiama ‘interesse imperiale’, lo studierete a scuola nei libri di storia. Oggi nel pianeta ci sono tante guerre e violenze, e anche se c’è chi dice che a volte sono giuste, non ho dubbi che capirete che invece sono sempre sbagliate. Le guerre sono sempre sbagliate”.
Papa Francesco, si arriverà mai alla pace nel mondo?
Isabela, nove anni, di Panama, ha invece chiesto al Papa se un giorno tutte queste guerra e lotte finiranno e se si arriverà un giorno ad una pace nel mondo. “Sì – ha risposto senza esitare il Pontefice – non bisogna arrendersi perché credo nella possibilità di arrivare alla pace. Io ho speranza che prima o poi i ‘grandi’ capiranno che in un mondo completamente in pace si vive tutti meglio. Però occorre che tutti si impegnino a posare le armi, a disinnescare la violenza, a non provocare tensioni e scontri”.
Ciò che è importante, a detta del Papa è imparare a “sradicare dal proprio cuore la voglia di prevaricare sull’altro, la sete di dominio e di denaro“. “Nei nostri cuori ci deve essere solo amore per il prossimo, cioè le persone che ci sono vicine e lontane, in particolare quelle che soffrono o sono in difficoltà per qualche motivo. E questo dovrebbe valere anche tra i capi delle nazioni del pianeta. Se tutti vivessimo in questo modo ci sarebbe meno aggressività e anche meno paura: saremmo tutti più sereni, contenti. L’amore sconfigge la guerra e rende felici” ha concluso il Papa.
Papa Francesco, perché i grandi dovrebbero imparare dei piccoli?
Mary, nove anni, ungherese, invece si domanda come mai chi è adulto, debba prendere insegnamenti da chi è ancora un bambino. “Perché il vostro cuore è puro, ed essere puri vi rende saggi” inizia a spiegare Papa Francesco alla piccola Mary “Non avete pregiudizi. Voi senza saperlo aiutate gli adulti che sanno ascoltarvi, e in particolare i vostri genitori, a vivere in modo più onesto e generoso. Avere poi – continua il Papa – un importante compito, una missione: aiutare sempre i grandi a rimanere umili. E dunque “spiazzate” chi è troppo narcisista: perché per voi quell’adulto non è importante per l’incarico prestigioso che ricopre o perché è famoso, ma semplicemente per il ruolo che ha nei vostri confronti”.
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