Zuppi e le sfide della Cei: «Camminare insieme e ascoltare»

Redazione
3 Min di lettura

Il cardinale subito dopo la nomina a presidente: «Bassetti ha creato tanta fraternità». Poi scherza coi giornalisti: «Siate clementi» 

«Una Chiesa con tanti compagni di viaggio. Camminare insieme è importante, così come l’ascolto». Sono le prime parole del cardinale Matteo Maria Zuppi da presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Zuppi si è fermato a parlare con i giornalisti a Bologna, subito dopo la sua nomina.  

«A Bologna , dopo il Padreterno c’è la Madonna di San Luca, domani ci sarà la benedizione nella piazza. Credo che non potrò essere presente ma chiedo a lei e a Maria, madre della Chiesa, di accompagnarci in questo cammino che comincia per me come presidente Cei. Oggi per la prima volta c’erano tanti referenti e laici: un pezzo di sinodalità che è entrato nella collegialità. Anche questo mi incoraggia a credere che la Chiesa con tanti compagni di viaggio, consapevoli e non consapevoli, per noi e per loro, farà risplendere la Misericordia di Dio, ciò di cui c’è più bisogno». 

Le prossime sfide della Chiesa

Zuppi ha parlato anche del cammino sinodale, che impegna per tre anni la Chiesa nel mondo, come di una sfida «in cui si colloca il cammino della Chiesa italiana verso il Sinodo generale che continuerà per la Chiesa italiana come cammino per poi arrivare a decisioni. L’ascolto è importantissimo come atteggiamento. L’ascolto ferisce anche, fa sua la sofferenza. Credo che quel che viviamo ci aiuta a capire tante sofferenze, come incontrare i tanti compagni di strada, di viaggio». 

Zuppi poi ha voluto sottolineare l’operato del cardinale Bassetti «che in questi anni con tanta paternità e amicizia ha guidato la Chiesa italiana, creando anche tanta fraternità di cui io da vescovo ho goduto». 

Poi la battuta rivolta ai giornalisti: «Siate clementi e misericordiosi nei miei confronti, in futuro, è un auspicio. Sempre con la chiarezza di persone che camminano insieme e voi avete il compito di dovere raccontare e anche di camminare con noi, con quella vicinanza che è indispensabile nel vostro mestiere ma anche nel nostro. Non camminiamo da soli, voi aiutate a capire le scelte della Chiesa, che a volte possono sembrare distanti e incomprensibili. In realtà è la Chiesa che sta per strada e che cammina, la Chiesa che parla un’unica lingua nella babele di questo mondo».

© Riproduzione riservata

Condividi questo Articolo