Caos a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, dove è risalito alla luce l’utilizzo da parte di tre assessori della giunta comunale della social card. Un fatto che è subito finito in primo piano e al centro delle polemiche, ma che, al di là della correttezza o meno del fatto in questione, ha fatto emergere, più di tutto, l’incoerenza e il peso del politically correct.
Social card a tre assessori, evasione fiscale o cattivo gusto?
Difficile comprendere cosa ci sia alla base della ricezione da parte di Mimma Lamberti, Renato Guerritore e Umberto Iannotti, peraltro vicesindaco, dei benefici Inps della social card, ossia il bonus destinato ai nuclei familiari il cui reddito non superi i 15 mila euro annui. “Al Sud la media Isee è di 11.730 euro” ha subito chiarito il sindaco Paolo De Maio, ma l’insinuazione di una possibile evasione fiscale non tende ad attenuarsi. Tra gli altri, c’è anche il coordinatore nazionale di Potere al Popolo, Massimiliano Tresca, a portare avanti questa tesi affermando che, in tal caso, non si tratterebbe di “una leggerezza, né tantomeno di un errore di inesperienza”.
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Lasciando, però, le indagini agli organi di competenza, quello che sicuramente ha fatto scalpore non è la dichiarazione più o meno veritiera del reddito, quanto il buon gusto della scelta di accettare i benefici destinati ai cittadini in difficoltà. Finiti così nell’onda dell’opinione pubblica in pochi secondi è arrivato il pentimento da parte dei tre assessori che hanno firmato una lettera dichiarando inopportuna la propria condotta e dichiarandosi pronti a prendersi le proprie responsabilità.
L’opinione pubblica e il peso del politically correct
Una condotta considerata inopportuna solo ora che emersa alla luce. Se non fosse stata anonima la lista delle persone a cui è destinata la social card che giunge al comune, in cui è segnata solo la data di nascita, sarebbe allora stata inopportuna fin da subito? Ecco quindi che si tratta di un passo indietro preoccupante rispetto alla propria posizione e che devia rispetto alla loro reale opinione in merito. Corretto o non corretto che sia il fatto accaduto, possono essere i “calderoni scandalistici che non ci appartengono e a cui non siamo abituati” il metro di giudizio di tre persone nei confronti di una propria decisione?
E se l’opinione dei tre assessori risulta di difficile comprensione, lo è ancora meno quella del sindaco De Maio pronto a non allontanarli dalle loro posizioni, ma, al contempo, definendo “inopportuno ritirarla (la social card ndr)” anche se “nessuna norma è stata violata”. Una frase che all’apparenza sembra coerente, ma che maschera ancora una volta il peso del politically correct.
Il fatto che non sia qualcosa di illegale non è, difatti, di competenza del sindaco, ma lo è invece la scelta delle persone su cui fare affidamento e su cui possono fare affidamento i cittadini. Scegliere di mantenere i tre assessori, infatti, comporta per forza di cose una giustificazione ai fatti accaduti, perché se fosse stato realmente “inopportuno” a suo parere, allora il ruolo, alla cui base c’è la fiducia da parte dei cittadini, non potrebbe essere confermato.
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