Conte pacifista: da che pulpito viene la predica!

Alla Festa dell’Unità di Ravenna Conte è stato omaggiato dai militanti come il compagno di viaggio più affidabile del Pd

F.M.D.
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Alla Festa dell’Unità di Ravenna Conte è stato omaggiato dai militanti come il compagno di viaggio più affidabile del Pd, anche se – come ha scritto De Angelis sull’Huffington Post – lui e la Schlein si stanno scambiando cortesie solo per poi farsi la festa. Nel confronto con Bonaccini il leader grillino ha dato il meglio di sé quando si è messo le vesti del pacifista a oltranza: “Sulle armi all’Ucraina – ha detto – abbiamo raggiunto il record mondiale di investimento in spesa militare quest’anno. Penso che l’Italia meriterebbe un governo che possa porsi con gli alleati non in posizione servente, che non si pieghi a ricevere indicazioni, ma in una posizione pari a pari.

Inutile dirsi patrioti, se poi vai a Bruxelles e ricevi istruzioni giorno per giorno senza coraggio e visione” E poi: “Se c’è un debito pubblico alto e devo dirottare tutti gli investimenti in spesa militare guardo in faccia il mio alleato e dico: non posso“. Parole come pietre contro il riarmo, dunque, pronunciate da chi si sente un pacifista senza macchia. Ma ci faccia il piacere!

Conte premier e leader, due parti in commedia

Il suo Movimento votò la risoluzione che autorizzava il governo Draghi a spedire armi all’Ucraina, e l’annesso ordine del giorno che impegnava il governo ad aumentare le spese militari fino al 2% del Pil. E’ vero che poi Conte si mise di traverso con la scusa che l’aumento delle spese militari non faceva parte del patto fondativo del governo di unità nazionale, ma è altrettanto vero che il Conte premier aveva tenuto una linea opposta al Conte leader grillino: nel 2019 infatti, in occasione del settantesimo anniversario di fondazione della Nato, aveva supinamente sottoscritto la richiesta dell’allora presidente Trump agli alleati di aumentare gli investimenti per la Difesa e l’anno successivo, quando era a capo del governo col Pd, nonostante i maxi scostamenti di bilancio per fronteggiare gli effetti della pandemia, la spesa militare italiana aumentò di quasi un miliardo e mezzo (da 21,5 miliardi a 23,1).

Ma non basta: fu proprio il governo giallorosso a porre le basi per affiancare al bilancio ordinario della Difesa un fondo di investimenti pluriennale in cui far confluire le risorse sparpagliate tra diversi ministeri, misura poi confluita nella legge di bilancio 2021 che i Cinque Stelle votarono senza fare obiezioni.

Conte, elmetto e marce pacifiste

Insomma: il trasformista Conte è passato disinvoltamente dall’indossare l’elmetto per compiacere Trump sui fondi Nato alle ripetute uscite ultrapacifiste. E quanto alla sudditanza nei confronti degli alleati, il patriottismo evocato dall’ex avvocato del popolo stride in maniera fragorosa con quanto avvenne tre estati fa a Roma, quando l’allora ministro della Giustizia americano William Barr incontrò due volte nella capitale il capo del Dis Gennaro Vecchione. Per i suoi viaggi — scrisse il New York Times — saltò ogni protocollo in patria, e la stessa cosa fece il responsabile dei servizi italiani che avvisò solo a missione compiuta i direttori dell’Aise e dell’Aisi, i bracci operativi degli 007 nazionali. E da chi fu autorizzato l’incontro tra Barr e Vecchione? Proprio da Conte, sebbene le procedure non lo contemplassero. Da che pulpito, insomma, viene la predica pacifista e patriottica.

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