Giorgia Parente, la speleologa venticinquenne bloccata nella grotta del Falco a 130 metri di profondità, sui Monti degli Alburni in località Corleto Monforte, è stata portata in salvo. L’operazione di salvataggio è stata lunga e complessa ed ha impegnato i soccorritori per circa 15 ore.
Dalle parole di Pietro Senatore, Commissariato Capo della Questura di Salerno, si capisce come l’intervento di soccorso sia stato pianificato in ogni dettaglio. Afferma infatti che “Inizialmente era prevista una procedura particolare per poter estrarre la speleologa”, un intervento che prevedeva anche l’utilizzo di esplosivi per favorire il passaggio della barella nei luoghi più angusti.
Vigili del Fuoco, Carabinieri e Soccorso Alpino e Speleologico: 15 ore di lavoro per portare in salvo la speleologa
Attivate dalla Questura di Salerno le squadre di soccorso hanno impiegato 15 ore per portare in salvo Giorgia Parente, che era precipitata da una zona dove non era previsto l’uso della corda di sicurezza. I tre amici che partecipavano con lei all’escursione hanno lanciato prontamente la richiesta di soccorso.
Il Soccorso Alpino, coadiuvato da Vigili del Fuoco e Carabinieri, ha messo da subito in atto un programma di intervento per raggiungere la speleologa e prestare i primi soccorsi. All’esterno della grotta del Falco è stato costituito un gruppo di coordinamento che comunicava costantemente, attraverso una apposita linea telefonica, con i soccorritori impegnati a riportare in superficie la giovane.
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Un soccorso complicato: stabilizzazione della ferita e il rientro in barella
A 130 metri di profondità una giovane ragazza con un trauma ad un arto inferiore ha aspettato un soccorso che è puntualmente arrivato. Gli angeli che si sono manifestati ai suoi occhi sono stati una squadra composta da medico, infermiere e tecnici specializzati.
Gli operatori sanitari hanno come prima cosa prestato soccorso alla ragazza stabilizzando un taglio profondo nella parte terminale di una gamba. Poi, una volta messa su una barella sono iniziate le operazioni per riportare la giovane in superficie. Fortunatamente non è servito l’utilizzo di esplosivo, ma sono bastate opere di disostruzione per superare i passaggi più angusti.
Una volta riportata in superficie la giovane speleologa è stata trasportata in eliambulanza all’Ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno.
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