Terremoto Emilia Romagna, il bilancio dieci anni dopo: ricostruzione al 95%  

Redazione
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Era il 20 maggio 2021: 28 morti e 300 feriti tra Modena e Ferrara. il governatore Bonaccini: «Investimenti per 13-14 miliardi di euro»

Il 20 maggio 2012 un forte terremoto di magnitudo 5.9 colpì l’Emilia Romagna, provocando 28 morti, 300 feriti e 45mila sfollati. Epicentro della tragedia fu il comune di Finale Emilia, in provincia di Modena. Pochi giorni dopo, il 29 maggio, un’altra potente scossa si verificò nei comuni di Midolla e Mirandola aggravando ulteriormente i danni già creati. 

In occasione del decimo anniversario dalla tragedia, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si recherà a Medolla, per una cerimonia di commemorazione delle vittime del sisma. Presente anche il commissario alla ricostruzione, nonché capo della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini che ricorda lo sforzo della popolazione nella ricostruzione: «Dopo 10 anni, avere pienamente ricostruito quasi il 95% di ciò che era distrutto o inagibile per un terremoto che si stima attorno ai 13-14 miliardi di euro di danni è qualcosa di molto importante». 

Il sisma era stato definito anche un “terremoto industriale”, tanto che, come ricorda Bonaccini «si poteva ipotizzare la desertificazione del sistema produttivo, ma oggi in quella zona ci sono più imprese di prima»

La strategia di ricostruzione, secondo le parole del presidente della Regione, è stata quella di non puntare su nuove città, ma fare in modo che le persone continuassero a vivere esattamente come nei momenti precedenti al sisma. 

I numeri della ricostruzione 

Secondo i dati diffusi dalla Regione Emilia Romagna, la ricostruzione pubblica è in una fase avanzata dei lavori. All’interno del cosiddetto “cratere sismico” son rimasti solo 15 comuni a fronte dei 59 iniziali. 

I contributi concessi nel decennio sono stati circa 6,5 miliardi di euro, di cui 5 già liquidati. La ricostruzione dei centri storici compromessi ha coinvolto circa 955 progetti per un totale di 53 milioni di euro: ad oggi, 763 risultano conclusi. 

Anche i 300 edifici religiosi e di culto danneggiati sono stati recuperati e riaperti ai fedeli, così come le strutture sanitarie che hanno attinto sia ai fondi dell’Unione Europea sia ai Piani annuali previsti dalle Ausl. 

Le attività produttive, cuore dell’economia delle zone emiliane, hanno visto domande per i contributi che hanno sfiorato i 2 milioni di euro. Per la messa in sicurezza degli edifici non danneggiati, l’Inail ha messo a disposizione circa 61 miliardi di euro per 1550 imprese locali. 

Più lenta è stata la ricostruzione delle opere pubbliche: il 38% dei lavori è stato concluso, il 35% è ancora in corso mentre circa il 26% è ancora in progettazione dopo un decennio di aspettativa. 

Le dichiarazioni politiche 

«Ai familiari delle vittime, la nostra vicinanza in questa tristissima ricorrenza. In un attimo, il volto dell’Emilia, di questa terra così produttiva e dinamica, cambiò per sempre. Quel terribile evento ci ha fatto prendere coscienza del coraggio e dell’orgoglio di un intero popolo: famiglie, cittadini, imprenditori che si sono rimboccati le maniche ricostruendo, riaprendo e dimostrando che si può sempre ripartire, anche davanti alle più drammatiche circostanze – dichiara Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia – Certo, c’è ancora da fare, ma l’Emilia oggi ha vinto». 

Diverso parere hanno i consiglieri comunali del partito della Lega Emilia Romagna, Matteo Rancan, Michele Facci, Simone Pelloni e Stefano Bargi: «La ricostruzione post sisma presentata oggi in commissione risulta del tutto insoddisfacente. Nel settore della ricostruzione pubblica i numeri sono impietosi e smentiscono categoricamente l’entusiasmo di Bonaccini – scrivono in una nota – Siamo preoccupati per le oltre 500 famiglie ancora sfollate». 

I leghisti chiedono, infine, che venga trovata una risposta precisa per le imprese che in questi mesi affrontano il problema dell’aumento dei costi dei materiali edili, dovuto alla crisi delle materie prime e all’impennata dei costi energetici». 

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