Salario minimo, pareri distanti, Meloni: “Ho proposto un confronto ampio”

Sul salario minimo Meloni ha proposto alle opposizioni di affidare al Cnel il compito di preparare una proposta sul lavoro povero e i salari bassi

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Si è concluso dopo circa due ore l’incontro a Palazzo Chigi sul salario minimo tra la premier Giorgia Meloni e i leader dell’opposizione. M5s, Pd, Avs, Azione e +Europa hanno messo sul tavolo la loro proposta unitaria per una retribuzione minima per ogni singolo lavoratore di 9 euro l’ora, la stessa che però Meloni aveva già scartato: “Non farebbe che peggiorare la situazione”.

In base a quanto si apprende, dopo un’introduzione della premier, la palla è toccata ai dei leader dei partiti dell’opposizione. Meloni avrebbe criticato l’impianto della proposta, sulla falsariga di quanto spiegato giorni fa nella sua rubrica social “Gli appunti di Giorgia”, e i leader hanno risposto alle obiezioni illustrando a loro volta la loro proposta di legge. Poi è stata la volta dei ministri e di un intervento in replica della premier. In conclusione, ad emergere sono state posizioni decisamente distanti tra governo e opposizioni. Meloni ha ribadito la posizione di contrarietà all’introduzione della misura, motivandone le ragioni. 

Il rischio è che con il fissare per legge una quota a 9 euro, si abbassino gli stipendi all’80% dei lavoratori che oggi guadagnano di più, ha sottolineato invece Salvini in video collegamento. Va bene lavorare contro contratti pirata e sfruttamento – è stato il ragionamento del leader leghista -, ma col 90% dei lavoratori già coperti e tutelati da contratti nazionali, meglio concentrare gli sforzi su altro. E poi, commercianti e artigiani già in difficoltà rischierebbero di chiudere. 

Le opposizioni al termine dell’incontro con il governo si sono riunite per fare il punto. Si è stabilito di ribadire e confermare la linea tenuta finora, ovvero difesa della proposta di legge unitaria Pd, M5s, Avs, Azione e Più Europa e mobilitazione nel Paese per raccogliere i consensi.

Meloni: “Coinvolgere Cnel su salari bassi”

Meloni ha proposto alle opposizioni di affidare al Cnel il compito di preparare una proposta sul lavoro povero e i salari bassi per arrivare a una soluzione comune e condivisa, sottolineando di averne già parlato con il presidente del Cnel Renato Brunetta.

Quello che ci sta a cuore – spiega Meloni – riguarda la questione del rafforzamento dei salari, la lotta al lavoro povero, purché ci si capisca. Ci sono differenze sostanziali sugli strumenti, ed io personalmente ho proposto un confronto molto più ampio che coinvolga il Cnel”. “In 60 giorni, il tempo di rinviare la discussione in Parlamento sul salario minimo, si possono coinvolgere le parti sociali per arrivare a una proposta di legge da sottoporre a Parlamento e Governo, così da dare totale attuazione dell’articolo 36 della Costituzione“.

Abbiamo proposto un lavoro da fare insieme, da completare in 60 giorni. Abbiamo la disponibilità del Cnel – conclude Meloni – per comprendere se c’è un margine per condividere soluzioni che possano essere efficaci“.

Conte: “Meloni confusa, non accettiamo compromessi al ribasso”

Fortemente perplesso, dopo l’incontro, è Giuseppe Conte, leader del M5S: “Siamo entrati a Palazzo Chigi con una proposta chiara, con l’obiettivo di alzare gli stipendi a quasi 4 milioni di lavoratori. Alla fine dalla premier Meloni non sono arrivate proposte o idee. Ho trovato una Meloni irriconoscibile rispetto a quando era all’opposizione, a quando aveva soluzioni facili e giusto per ogni questione. Ora che sono al governo passano la palla al Cnel – aggiunge Conte – presieduto da Brunetta. Faremo una raccolta firme sul salario minimo legal. Abbiamo trovato Giorgia Meloni confusa, e il governo – conclude Conte – in grande difficoltà, che rinvia perché non sa cosa fare. Il M5s non fa compromessi al ribasso“.

Calenda ottimista: “E’ stato un incontro importante”

Più ottimista Carlo Calenda, leader di Azione: “È stato un incontro importante. Nessuno ha sbattuto la porta in faccia agli altri”, dice in un’intervista a La Stampa.  “Non è assolutamente detto che si riesca a chiudere sul salario minimo, ma siamo all’inizio di un metodo importante, che può farci fare molti passi avanti”. Calenda dice di aver “difeso a spada tratta le ragioni per le quali a mio avviso le posizioni della presidente del Consiglio non sono fondate”. 

Schlein: “Governo non ha proposte né idee chiare” 

“Il governo non ha una sua proposta, non ha le idee chiare. È rimasto sulle sue posizioni”, ha detto la segretaria Pd, Elly Schlein, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sul salario minimo. “La nostra proposta si basa su due capisaldi il rafforzamento della contrattazione collettiva, estendendo gli effetti a tutti i lavoratori di un settore e una soglia legale minima di nove euro all’ora. Da parte del governo non abbiamo avuto nè risposte su questo nè proposte alternative. Il governo ha tutti gli strumenti per fare tutti gli approfondimenti e presentare una sua proposta”, ha aggiunto Schlein.

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