Salario minimo, Calenda: “Mi fido di Meloni, attendo l’incontro”

“Con Renzi le strade si sono separate già da tempo. Mi fido del governo e mi aspetto che a settembre presenti qualcosa che somigli al salario minimo”, afferma Carlo Calenda leader di Azione

Redazione
3 Min di lettura

“Dai contatti che ho avuto ritengo che Giorgia Meloni ci riceverà di sicuro prima della pausa estiva per confrontarci sul salario minimo“. Lo ha affermato il leader di Azione Carlo Calenda, in un’intervista alla Repubblica, riferendosi all’incontro che avrà con la premier.       

Calenda: “Mi fido della Meloni, aspetto confronto su salario minimo”

“Io personalmente non ho mai dato la disponibilità per un incontro tête-à-tête, bensì si tratta di una proposta fatta da tutte le opposizioni”, afferma il senatore. Senza dubbio, questo è un valore da preservare. Poi qualora i segretari degli altri partiti scegliessero di non venire, io andrei comunque. Ed è da considerare che la maggioranza ha aperto al dialogo e confronto e ritirato l’emendamento soppressivo del nostro testo”. Calenda è certo: quella del governo è un’apertura vera e propria. “Perché non dovrei fidarmi? – afferma il leader di Italia Viva – il problema in questo momento ce l’hanno le destre, è chiaro all’Italia intera che il salario minimo è necessario, anche per chi vota il centrodestra”.  

Tanto per iniziare, “mi aspetto che ci ascolti – continua Calenda – esponendo il suo pensiero sulla questione, poi a settembre ci presenti qualcosa che almeno si avvicini al salario minimo, che però non avrà questo appellativo, perché tutto quello che l’opposizione propone, la maggioranza lo cestina, e viceversa. In questo senso siamo senza dubbio un paese con un sistema politico immaturo”.        

ildifforme renzi calenda 2
Calenda: ” Le strade con Renzi si sono già separate quando ha deciso di negare fusione fra Iv-Azione”.

Calenda: “Con Renzi le strade si erano separate da quando negò fusione fra Italia Viva e Azione”

“Riguardo al futuro del Terzo Polo, le strade con Renzi si sono già separate – spiega Calenda – quando ha deciso di non far nascere (come ci eravamo promessi) un partito unico dei liberaldemocratici, negando la fusione fra Italia Viva e Azione”.

“Ciò che è accaduto dopo è stata una sistematica conseguenza: i nostri cammini avevano preso due strade separate già da tempo. Andare alle europee insieme – sottolinea il leader di azione – oggi è decisamente improbabile”.  

“Quei gruppi parlamentari di Azione-Italia Viva – conclude Calenda – sono formati sulla base di un simbolo che ha un nome dentro, e non posso essere certo io ad andarmene dal mio nome. Se lo ritengono, devono farlo loro”.

© Riproduzione riservata

Condividi questo Articolo