Europa League, finale Rangers-Eintracht: appuntamento con la storia 

Redazione
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A Siviglia si affrontano le due squadre più sorprendenti della competizione. Glasner carica: «Ci crediamo» e Van Bronckhorst risponde: «Completiamo l’opera». Allarme per le masse di tifosi senza biglietto

Grande attesa per la finale di Europa League che andrà in scena stasera, mercoledì 18 maggio, allo stadio Sanchéz-Pizjuán di Siviglia, dove si affronteranno il sorprendente Glasgow Rangers di Van Bronckhorst e l’Eintracht Francoforte di Glasner. La tensione è alle stelle e le due squadre si giocheranno la possibilità di alzare un trofeo europeo in una competizione che ha visto entrambe come protagoniste. 

I Rangers e le aspettative di stagione

Dal lato scozzese i Rangers arrivano a questa finale con grandi aspettative. La squadra di Van Bronckhorst, infatti, si è resa protagonista di un cammino esaltante dove, partendo dai preliminari in agosto, si è ritrovata ad eliminare ai sedicesimi ed in semifinale due squadre tedesche: il Borussia Dortmund di Haaland e il Lipsia. Inutile sottolineare che a Glasgow tutti sperano di battere la terza tedesca, dopo aver fatto fuori agli ottavi la Stella Rossa di Stankovic, per poi compiere la grande rimonta contro il Braga ai quarti, rimontando il passivo di 1-0 maturato nella gara di andata in Portogallo. Inutile ricordare le capacità della squadra scozzese di esaltarsi in campo aperto e la grande tempra dei suoi calciatori, bravi a non mollare mai rendendo i Rangers una squadra ostica da affrontare, per tutti. 

Il tecnico olandese, alla vigilia, ha ricordato i sacrifici fatti per arrivare in finale invitando i suoi uomini a completare l’opera: «Abbiamo tutto per farcela, la spinta dei nostri tifosi sarà un fattore in più». I Rangers arrivano a questo appuntamento con la storia sperando di riportare un trofeo europeo in Scozia, l’ultima vittoria fu dell’Aberdeen di Ferguson nel 1983, e vincendo una competizione europea nel 150esimo anniversario dalla fondazione del club. 

Dalla Germania Glasner ha le idee chiare

Dall’altra parte l’Eintracht di Oliver Glasner, una squadra compatta e decisa, che fa delle accelerazioni sugli esterni e la qualità offensiva di Kamada, Borre e Lindstrom i suoi punti di forza. I tedeschi arrivano alla finale dopo un cammino europeo da imbattuti. Pesa, in positivo, l’impresa compiuta nei quarti, dove la squadra di Glasner ha eliminato il Barcellona andando a vincere 2-3 al Camp Nou. Anche per la squadra di Francoforte il successo in Europa League vorrebbe dire tantissimo. L’Eintracht, infatti, non vince in Europa dal 1980 e vorrebbe tornare al successo in una stagione priva di emozioni in campionato, nono posto anonimo per la compagine di Glasner, ma molto intensa nel cammino europeo. 

Il tecnico austriaco, noto per la sua scaramanzia, dovrà fare a meno della mascotte della squadra, l’aquila Attila, rimasta a casa per le leggi spagnole sulla quarantena di 15 giorni degli animali vivi. 

Glasner, comunque, non si è perso d’animo e ricordando che indosserà i pantaloni tipici delle occasioni europee ha chiarito: «Siamo pronti, dobbiamo farcela». 

L’incognita dei tifosi

Sul piano dell’ordine pubblico resta altissima la tensione delle autorità andaluse. Lo stadio scelto per ospitare la finale, infatti, contiene una capienza massima di 43.800 tifosi e contando che alle due società sono stati messi a disposizione soltanto 10.000 tagliandi a testa, resta un mistero su come potrà e dovrà essere gestito l’afflusso di circa 50.000 supporter tedeschi e quasi 60.000 scozzesi. Il sindaco di Siviglia, Antonio Munoz, per cercare di ovviare a questo problema di affluenza ha optato per l’apertura del secondo stadio cittadino, La Cartuja, e altre fan zone, dove posizionare maxi schermi e contingentare le masse di tifosi giunte in città senza biglietto. Comunque vada, sperando tutto per il meglio, sarà una partita dai ricchi contenuti agonistici e dai toni molto “vivaci” sugli spalti.

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