La Spagna si sarebbe dovuta recare alle urne a dicembre prossimo, ma la sconfitta dei socialisti nelle elezioni locali ha consigliato il leader del Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) Pedro Sanchez di anticipare il voto. Così in 11 ore, tra le 9 e le 20, si deciderà il futuro governo della Spagna e, con molta probabilità, arriverà un segnale forte su quello del prossimo governo dell’Europa.
Oltre alla Spagna, prima delle elezioni del Parlamento europeo fissate nel 2024, altri 4 sono gli stati europei che avranno espresso un voto per rinnovare i parlamenti nazionali. Tra questi, l’Estonia, la Finlandia e la Grecia, che hanno già votato e la Polonia che andrà al voto il prossimo autunno.
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In Estonia il 5 marzo ha vinto il Partito Riformatore Estone della Presidente del Consiglio uscente Kaja Kallas e si è registrata la netta sconfitta dell’estrema destra guidata da Martin Helme. Parti invertite in Finlandia, dove al voto del 2 aprile ad essere sconfitta è stata la premier socialdemocratica Anna Marin (19,95%) e a festeggiare la vittoria sono stati il centrodestra con il Partito di Coalizione Nazionale (20,82%) e l’estrema destra con il partito dei Veri Finlandesi (20,06%).
Fa storia a parte la Grecia. I cittadini greci in 35 giorni sono stati chiamati alle urne per due volte. Infatti, non riuscirono con il voto del 21 maggio ad indicare la strada per comporre una maggioranza di governo, situazione che si è invece concretizzata con le elezioni anticipate del successivo 25 giugno che ha segnato il trionfo elettorale del partito conservatore Nea Dimokratia di Kyriakos Mitsotakis (40,56% e 158 seggi su 300 disponibili conquistati). A distanza siderale la Coalizione della Sinistra Radicale di Syryza (17,83% e 47 seggi) e la Coalizione di centrosinistra (11,84% e 32 seggi).
Il voto spagnolo potrebbe confermare, con la vittoria del popolare Nuñez Feijóo, la tendenza di uno spostamento del voto europeo del 2024 verso un Parlamento di centrodestra. O anche, nel caso di una non vittoria dei Popolari, il rimescolamento delle carte negli equilibri europei che verranno.
Ci sarà infine nell’autunno del 2023 il voto nella Polonia del presidente Andrzej Duda. I temi della campagna elettorale vedranno contrapporsi il nazionalismo alla società multietnica, i diritti civili della comunità LGBT+ ai fermi intendimenti del cattolicesimo polacco, con sullo sfondo una sentenza del Tribunale Costituzionale, del gennaio del 2021, che ha reso non accessibile la pratica dell’aborto.
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