Promossa a pieni voti la prima volta dei Maneskin all’Olimpico; nel cuore della loro città; nella casa della Roma di Damiano e della Lazio di Thomas. Nella serata di giovedì 20 luglio, infatti, la band ha infiammato lo stadio sia metaforicamente, sia letteralmente, con le vampate di fuoco che hanno circondato il palco durante l’esecuzione “Gasoline”. Un’immagine che rappresenta al meglio lo spettacolo andato in scena, che ha scatenato, divertito, ma anche emozionato le decine di migliaia persone che assistevano al concerto.
Maneskin, Damiano in versione showman
A fare da sottofondo all’ingresso dei Maneskin allo stadio Olimpico è stata “Don’t wanna sleep”, com’era capitato anche per tour nei palazzetti, in uno spettacolo di luci e suoni che ha subito scatenato la folla. Un Damiano pieno di carica ha poi contribuito a fomentare il pubblico durante i brani più rockeggianti, interagendo e intrattenendo come un vero showman.
Leggi Anche
Il carisma del frontman è tale che è bastato un gesto, come il battere le mani a tempo, per farsi seguire da tutto lo stadio. Il cantante non ha mascherato, però, anche l’emozione di calcare quel palco, con una dedica fuori programma ai propri compagni di viaggio sulle note di “Iron Sky” di Paolo Nutini, cantata a cappella, che ha lasciato il pubblico senza parole.
Maneskin all’Olimpico, Pubblico protagonista
Come una vera rock band, a catturare l’attenzione non è stato solo Damiano, ma tutti i componenti, che a giro hanno attirato i riflettori su di loro. Momento in solitaria, inoltre, per Thomas Raggi, che, prima del gran finale, ha avuto modo di scatenare la sua fantasia con un assolo di chitarra di altissimo livello.
L’interazione con il pubblico è da sempre una delle armi segrete dei Maneskin e non è assolutamente mancata nemmeno all’appuntamento con la loro Roma. Damiano, Thomas e Victoria, infatti, si sono buttati nella folla a più riprese, come ormai di consueto.
Particolarmente azzeccata è stata anche l’idea di cantare i pezzi acustici, “Torna a casa” e “Vent’anni”, direttamente in mezzo al pubblico del prato, rendendo la carica emotiva ancora più forte. Coinvolgente anche la scelta di replicare “Kool Kids” con alcuni fan sul palco, come accaduto nel tour precedente.
Non solo Damiano, una band a tutto tondo
Ciò che lascia il concerto è la consapevolezza che i Maneskin sono una band a tutto tondo, con quattro protagonisti carismatici, aiutati da Damiano che non sovrasta mai i compagni, ma, anzi, ne esalta le qualità, ponendosi addirittura dietro la batteria in “Timezone” per lasciare il primo piano agli strumenti. Un mix di carica ed emozione che ricorda in vari passaggi le vecchie rock band degli anni ’90 e che dimostra che meritano la dimensione internazionale che hanno guadagnato.
Il gran finale, Maneskin in gol
L’essenza dei Maneskin è stata racchiusa dal gran finale, che ha visto in scena prima l’emotività nostalgica di “The Loneliest”, tipica delle rock ballad, e poi l’esplosività di “I wanna be your slave”, che ha regalato un’ultima scossa di adrenalina al pubblico.
Nel “loro” Olimpico, Damiano, Victoria, Thomas e Ethan sono andati in gol e ad annunciarlo non poteva che essere il frontman che ha lasciato il palco dopo aver ripetuto tre volte, come ogni speaker, “This is”, con la pronta risposta dei loro fan: “Ma-ne-skin”.
© Riproduzione riservata