Il 20 luglio 1969 è una di quelle date che difficilmente dimenticheremo: i primi esseri umani, misero piede sulla Luna. Fu con l’iconica frase “un piccolo passo per l’uomo, un grande balzo per l’umanità” che Neil Armstrong annunciò lo sbarco dell’uomo sulla Luna con la missione Apollo 11.
Un giorno che rimarrà per sempre nei libri di storia, ma che abbiamo la possibilità di rivivere grazie ai filmati restaurati digitalmente da parte della NASA.
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Armstrong sulla luna e l’iconica frase che cambiò la storia
In pochi, forse pochissimi sanno che quando Neil Armstrong pronunciò la fatidica frase, diventata lo slogan ufficiale dell’evento, l’articolo “a” che precedeva la parola “man“, non venne ascoltato dalla maggior parte di chi era incollato alla tv e stava assistendo al passo che avrebbe cambiato la storia. Ciò accadde probabilmente per un disturbo nel collegamento audio. Senza quel dettaglio nella frase, infatti, lo slogan è stato tradotto: “Questo è un piccolo passo per l’uomo”, anziché per “un uomo”.
Al ritorno di Apollo 11 sulla terra, l’astronauta spiegò nel dettaglio che il suo intento era quello di dire “for a man”. Così da quel momento i poi, sulla stampa si incluse la “a” tra parentesi: “That’s one small step for (a) man, but (a) giant leap for mankind”.
La verità sulla bandiera Usa immobile sulla luna
Tra l’altro, circa 7 minuti dopo lo sbarco sulla luna di Apollo 11, Armstrong raccolse un campione di terreno lunare. Insieme al suo compagno di viaggio, Buzz, l’altro astronauta della NASA che era sceso assieme a lui, piantò sul satellite una bandiera degli Stati Uniti, ma l’estrema durezza del terreno lunare, impedì venisse conficcata per più di pochi centimetri. Emblematica la foto di Armstrong accanto alla bandiera a stelle a strisce: nei fermo immagine la bandiera sembra sventolare, in realtà si muove solo quando gli astronauti la scuotono, dato che sulla Luna non c’è atmosfera, né vento.
Le prime missioni sulla luna furono dell’Urss
La luna è il corpo celeste più vicino alla Terra e l’idea di raggiungerla ha sempre affascinato gli esseri umani. L’ipotesi divenne una possibilità concreta negli anni ’50 e ’60, quando USA e URSS si confrontarono nella corsa allo spazio e svilupparono la tecnologia necessaria per i viaggi spaziali: le navicelle e i razzi per portarle oltre l’atmosfera terrestre. Le prime missioni lunari furono realizzate dall’Urss, con il programma Luna (in Occidente chiamato spesso Lunik), che portò sul suolo lunare diversi veicoli senza equipaggio. Il primo (la sonda Luna 2) arrivò a destinazione nel 1959.
Perché gli americani decisero di andare sulla Luna
La storica impresa era stata pianificata dal presidente Usa Kennedy sin dal 1961. Era il 25 maggio quando JK annunciò al Congresso il progetto di portare un equipaggio umano sulla Luna entro la fine del decennio.
Tale progetto avrebbe avuto dei costi assurdi, ma gli Stati Uniti avevano un solo obiettivo: quello di riaffermare il loro prestigio. Nell’aprile dello stesso anno infatti, forte era stata l’umiliazione in seguito l’invasione di Cuba, organizzata dalla CIA per rovesciare il regime di Fidel Castro.
L’altro ’intento degli americani era quello di recuperare lo svantaggio degli Stati Uniti nella corsa allo spazio rispetto all’Unione Sovietica, che negli anni precedenti aveva mandato in orbita il primo satellite artificiale, uno dei primi esseri viventi e il primo uomo. Dunque, il successo della missione rappresentò il glorioso sorpasso americano all’Urss.
“Basta missioni sulla luna”, lo stop di Nixon nel ’72
Successivamente gli americani spedirono altre 5 missioni nello spazio, fino a quando il presidente Nixon, nel 1972, decise di mettere un stop: i costi erano troppo alti, l’intero programma Apollo era valso 25,8 miliardi di dollari, pari a oltre 250 di oggi. Nei primi anni ’70 gli Usa, in piena guerra del Vietnam, non avevano alcuna ragione reale per affrontare le spese, ma soprattutto i pericoli, dei viaggi nello spazio, (ormai l’obiettivo di battere l’URSS era stato raggiunto) Inoltre, dopo l’Apollo 11 l’interesse dell’opinione pubblica per la Luna iniziò a scemare.
Le congratulazioni dell’Urss
La stessa unione sovietica riconobbe il successo americano e mandò le congratulazioni ufficiali. Allo stesso tempo però tentò di riprendere terreno, mandando sulla Luna, a partire dal dal 1970, astronavi senza equipaggio in grado di raccogliere e riportare sulla terra campioni di rocce lunari. Queste imprese, però, ebbero un bassissimo impatto mediatico.
Il programma Apollo
Nel 1962 la NASA decise di spedire una navicella intorno alla Luna e far discendere da essa un veicolo che, dopo aver raggiunto il suolo lunare, sarebbe dovuto risalire, riagganciandosi alla navicella, per poi tornare indietro. Per raggiungere tale obiettivo fu progettata una navicella divisa in due parti: un modulo di comando-servizio, che sarebbe restato in orbita, e un modulo lunare, il Lem (Lunar excursion module). Per portare la navicella in orbita fu progettato il razzo più potente mai realizzato, il Saturn V.
I tentativi (falliti) di raggiungere la Luna e l’esplosione di Apollo 1
Il programma prevedeva molti tentativi, una di queste si rivelò un autentico fallimento: nel 1967 Apollo 1 esplose e tutto l’equipaggio morì.
Ma l’inarrestabile spirito competitivo americano non si arrestò, e nel 1968 Apollo 8 portò gli astronauti per la prima volta in orbita intorno al satellite (le missioni 9 e 10 ebbero lo stesso successo).
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