A Roma, funerali di Stato per Arnaldo Forlani nella basilica dei Santi Pietro e Paolo. Ultimo saluto per l’ex Presidente del Consiglio e segretario politico della Democrazia Cristiana, che si è spento lo scorso giovedì 6 luglio nella sua casa di Roma all’età di 97 anni. Il governo ha disposto una giornata di lutto nazionale e i funerali di Stato si sono svolti oggi nella basilica dei Santi Pietro e Paolo.
Tra i presenti alla cerimonia, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che alla notizia della morte ha parlato di Forlani come di un uomo che “ha contribuito all’indirizzo del Paese” quanto a crescita democratica, economica e al consolidamento del ruolo dell’Italia all’interno dell’Europa.
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Funerali Forlani, il commiato della politica
Oltre a Sergio Mattarella, tante le autorità presenti venute a dare l’estremo commiato ad Arnaldo Forlani. Nei primi banchi troviamo la ministra Anna Maria Bernini in rappresentanza del governo, il presidente della Camera Lorenzo Fontana e il senatore Pier Ferdinando Casini per il Senato della Repubblica.
Grande il cordoglio di quest’ultimo alla notizia della morte dell’ex presidente: “Sono onorato di aver lavorato al fianco di un uomo che ha servito la politica senza servirsene a sua volta” – ha dichiarato il senatore, che ha anche ricordato i momenti più duri della carriera di Forlani, affrontati con “grande fede cristiana”.
Tra gli altri esponenti politici, anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi, Bruno Tabacci, ex braccio destro di Mario Draghi, Gianni Letta e Nicola Zingaretti in rappresentanza del Partito Democratico e, infine, Paolo Cirino Pomicino e Giorgio Mulé.
Addio al “coniglio mannaro” della Balena bianca
La cerimonia funebre è stata celebrata da monsignor Vincenzo Paglia, tra l’emozione dei presenti, che hanno salutato con un lungo applauso il feretro del già segretario Dc.
Arnaldo Forlani è stato uno dei protagonisti della Prima Repubblica e della stagione del “CAF”, l’accordo tra Craxi, Andreotti e Forlani. Nato a Pesaro nel 1925, si è laureato in Giurisprudenza all’università di Urbino e ha intrapreso la carriera politica militando tra le fila della Dc. Nel 1958 è stato eletto per la prima volta alla Camera, per poi ricoprire più volte la carica di ministro.
Nel 1969 diviene segretario della Democrazia Cristiana, ruolo che occupa una seconda volta nel quadriennio 1989-1992. Eletto Presidente del Consiglio nel 1980, sfiora l’elezione a Presidente della Repubblica nel ’92.
Arnaldo Forlani, tra luci e ombre
Una carriera di successo, quella di Forlani, curiosa per un uomo così mite. A questo contrasto, tra un’apparenza tranquilla e un ruolo decisivo nella politica, si deve forse l’appellativo di “tigre che dorme”. Si deve a lui il “Preambolo Forlani”, una delle formule politiche caratterizzanti la Prima Repubblica, che si proponeva di estendere la formula di centro-sinistra a tutte le amministrazioni locali, con il chiaro intento di interrompere il rapporto tra socialisti e comunisti.
Tuttavia, la storia politica di Forlani è stata anche attraversata da momenti bui, come il coinvolgimento nello scandalo di Mani Pulite, per il quale fu condannato nel processo Enimont con l’accusa di finanziamento illecito.
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