Per assicurare il principio delle pari opportunità nel settore sportivo e garantire il diritto di conciliare la carriera sportiva con il ruolo di madre, il Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri promuove il sostegno alla maternità delle atlete non professioniste.
Come ottenere il bonus mamme per le atlete
Le atlete potranno ricevere un contributo mensile pari a 1.000 euro per un massimo di 12 mensilità, erogato a partire dall’ultimo giorno del mese successivo a quello in cui è effettuata la richiesta. La dotazione del Fondo, nel 2023, è di 1 milione di euro.
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Possono accedere al contributo tutte le atlete non professioniste che abbiano interrotto la propria attività agonistica e in possesso dei seguenti requisiti fissati dall’art. 8 del DPCM del Ministro per lo Sport e i Giovani. Tra questi, aver svolto nell’attuale – o nella precedente stagione sportiva – in via esclusiva o prevalente di un’attività sportiva agonistica riconosciuta dal CONI o dal CIP; l’assenza di redditi superiori a 15.000 euro annui, derivanti da altre attività.
Inoltre, per presentare la domanda, non si deve appartenere a gruppi militari o altri gruppi che garantiscano una forma di tutela previdenziale per la maternità; né svolgere attività lavorativa che garantisca tutele in caso di maternità.
Le atlete devono, alternativamente, aver partecipato negli ultimi cinque anni a una olimpiade o a un campionato o coppa del mondo oppure a un campionato o coppa europei riconosciuti dalla Federazione di appartenenza; aver fatto parte almeno una volta negli ultimi cinque anni di una selezione nazionale della Federazione di appartenenza in occasione di gare ufficiali.
Il diritto a ricevere il contributo può essere esercitato a partire dalla fine del primo mese di gravidanza e non oltre la fine degli undici mesi successivi, e decade comunque al momento in cui viene ripresa l’attività agonistica.
Lo sport in Italia
Il settore sportivo in Italia è composto da 389 mila persone tra professionisti sportivi e impiegati (con dati aggiornati al 2021). I ricavi generati sono 96 miliardi di euro di ricavi; la maggior parte degli sportivi professionisti lavora al Nord, il 54%, in particolare nella zona del Nord-Ovest, tra Lombardia e Piemonte. Il numero dei lavoratori sportivi, inoltre, ha subìto un incremento nel 2021 con un aumento del 4,2% rispetto al 2020. Il numero di sportivi professionisti, invece, è pari a 8.463 la cui maggioranza, circa il 92%, appartiene alla Federazione Calcio.
I dati Eurostat mostrano che nel 2020 il settore sportivo europeo era composto principalmente da uomini: si tratta del 57% del totale. La presenza di donne è stata inferiore rispetto a quella maschile, anche se il gender gap si nota maggiormente nei Paesi Bassi (51%), Finlandia (55%) in Svezia (56%), Lituania (60%), Bulgaria (67%), Slovacchia (71%) e Croazia, dove il 73% degli impiegati del settore sport è di genere maschile.
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