Spunta un cellulare gettato in un cassonetto vicino all’hotel. Si infittisce il mistero intorno alla scomparsa di Kata, la bambina scomparsa il 10 giugno scorso. Da domenica mattina gli inquirenti stanno passando al setaccio l’hotel Astor, a Firenze, proprio dove la bambina viveva con la sua famiglia. L’obiettivo è trovare elementi che possano fornire agli inquirenti motivi validi per seguire una pista valida per il ritrovamento della piccola.
La novità: il telefono in un cassonetto
Proprio domenica mattina gli inquirenti hanno ritrovato un telefono cellulare in un cassonetto di rifiuti all’esterno dell’ex hotel. Il telefono è stato acquisito dagli investigatori e con ogni probabilità nelle prossime ore verrà passato a tecnici specializzati per le verifiche del caso.
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I genitori: “Chi sa, parli”
“Chi sa qualcosa parli. Anche il più piccolo indizio potrebbe essere utile alle indagini e nulla sarà trascurato. La priorità assoluta in questo momento è riportare a casa Kata”. I genitori della piccola, proprio domenica mattina, lanciano un nuovo appello. La famiglia in questa fase è assistita dai legali Sharon Matteoni e Filippo Zanasi: entrambi sabato hanno accompagnato i genitori della piccola all’interno dell’hotel, per recuperare i propri effetti personali.
Come reagisce la comunità
Intanto è in corso un nuovo presidio della comunità peruviana per la piccola Kata. I manifestanti, un gruppetto con palloncini bianchi a forma di cuore e cartelli che chiedono il ritrovamento della piccola, intonano preghiere e invocano il nome di Kata. Sul posto anche il pm Christine von Borries, che coordina il lavoro degli inquirenti. Alle ricerche partecipano anche un team dei Gis, composto da quattro tecnici, e un altro del Ros che utilizzano apparecchiature ad alta tecnologia, anche adatte a individuare intercapedini o cavità nelle mura. Impegnati anche 8 carabinieri del Sis, fra il sopralluogo e le analisi di laboratorio.
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