Addio a Berlusconi, l’uomo che ha definito e diviso l’Italia. Dalla tv allo sport, fino alla discesa in campo politico: la storia dell’ex premier
Con Silvio Berlusconi tramonta definitivamente una delle stagioni (e delle storie) politiche più controverse del dopoguerra italiano. È infatti molto difficile riassumere la parabola umana e professionale di Berlusconi, il cui nome è associato quasi a ogni aspetto della vita politica, economica e sociale del nostro paese, da più di 30 anni. Proprietario del Milan, della società di produzione multimediale Mediaset, della Fininvest – con la quale inaugura la stagione delle TV commerciali in Italia negli anni ’80, divenendo simbolo di un’epoca frivola ed economicamente rampante di cui la Milano “da bere” era l’iconica cartolina – secondo la rivista americana Forbes, con un patrimonio personale stimato a 7,3 miliardi di dollari (circa 6 miliardi di euro), Berlusconi è stato nel 2021 il sesto uomo più ricco d’Italia e il 318º più ricco del mondo. Ma la stessa Forbes, nel 2009 (all’apice dell’influenza politica) lo aveva classificato dodicesimo nella sua lista delle persone più potenti al mondo per il ruolo assunto nel panorama politico italiano.
Berlusconi studente, la stagione delle spazzole elettriche
Nato nel 1936, milanese DOC, Berlusconi si laurea in Giurisprudenza all’università statale con una tesi sul “contratto di pubblicità”, ricevendo un premio di 500mila lire dall’agenzia pubblicitaria Manzoni. Nel tempo libero fa il venditore di spazzole elettriche porta a porta, ma si diletta anche come fotografo ai matrimoni. Nelle cerimonie (e sulle navi da crociera, come ha raccontato molte volte, in seguito…) si diletta anche come cantante e intrattenitore nella band dell’amico storico Fedele Confalonieri. Dopo le prime esperienze nel mondo dello spettacolo, diventa agente immobiliare. Quello con il settore edile è un matrimonio molto fortunato. Nel 1961, infatti, fonda la Cantieri Riuniti Milanesi Srl, insieme al costruttore Pietro Canali, acquistando il primo terreno in via Alciati, a Milano, per 190 milioni di lire. Tra gli anni ’60 e 70 realizza diversi progetti immobiliari, fino a fondare un intero quartiere, Milano 2, a cui seguono Milano 3 e il centro commerciale Il Girasole.
Berlusconi, la creazione dell’impero mediatico
È, però, il mondo della comunicazione e dell’intrattenimento quello che, dalla metà degli anni ’70 decreta il suo vero successo imprenditoriale. Nel 1976, infatti, rileva l’emittente locale lombarda Telemilano. L’anno successivo, per i suoi successi imprenditoriali in campo edilizio, viene nominato Cavaliere del Lavoro dall’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone. Da allora, “il Cavaliere” è stato l’inconfondibile epiteto utilizzato da media nazionali e internazionali per identificare la sua figura. Nel 1978, il salto di qualità: Telemilano diventa Canale 5 e, nel 1980, attraverso un complesso sistema di reti locali, aggira le leggi allora vigenti che impedivano la creazione di emittenti televisive su scala nazionale per via del monopolio della RAI, diffondendo il segnale della sua rete in tutto il paese. Le tv, tutte controllate, collegate o legate da accordi stringenti con Fininvest (definiti da Adriano Galliani, che si occupava delle acquisizioni delle emittenti locali) avevano l’obbligo di trasmettere il medesimo programma alla stessa ora, per dare l’illusione della diretta su tutto il territorio nazionale. La creazione dell’impero mediatico è appena cominciata. Nei primi anni ’80, acquista Italia 1 e Rete 4, lanciando la sfida alle tre reti pubbliche della televisione di stato. Nel 1984 i pretori di alcune città italiane oscurano i canali Fininvest per violazione della legge che proibiva alle reti private di trasmettere su scala nazionale. Con un apposito decreto legge, il governo guidato da Bettino Craxi legalizza l’attività della società di Berlusconi e, nel 1990, la cosiddetta legge Mammì rende definitivamente legale la diffusione a livello nazionale di programmi radiotelevisivi privati.
Dall’editoria allo sport, la parabola imprenditoriale del Cavaliere
Gli interessi di Berlusconi, negli anni ’90, si espandono anche in campo editoriale, con l’acquisizione della Mondadori, della Giulio Einaudi editore e di altre case editrici minori, diventando il principale editore italiano nel settore di libri e stampa periodica. Nello stesso periodo, diventa anche azionista di riferimento del quotidiano Il Giornale e, tramite Mediaset, controlla la Medusa film, entrando nel mercato della produzione e distribuzione cinematografica. La sua ascesa si estende rapidamente alla grande distribuzione e allo sport, acquisendo la catena di negozi del gruppo Standa e, nel 1986, con l’acquisizione della squadra di calcio del Milan, di cui resta presidente fino al 2017.
Berlusconi e la sua potenza economica riescono a portare la squadra milanese ai vertici del calcio italiano e mondiale, vincendo 8 campionati nazionali, 5 UEFA, 2 Coppe intercontinentali e svariati altri trofei nazionali e internazionali.
Berlusconi scende in campo nell’arena politica
Lo strapotere in campo economico, la popolarità ricevuta dalle vittorie sportive e l’enorme influenza esercitata su tutti i mezzi di comunicazione consentono a Berlusconi di realizzare il suo più grande progetto: l’ascesa nella politica italiana. Molto legato alla figura di Bettino Craxi, quando si scatena la tempesta dei partiti della Prima Repubblica coinvolti nelle inchieste di Tangentopoli per mano del pool di “Mani Pulite” di Milano, Silvio Berlusconi, nel 1994 decide la sua “discesa in campo” fondando Forza Italia.
Il bluff di Bossi
“L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato da mio padre e dalla vita, il mio mestiere d’imprenditore. Qui ho anche appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo, e di occuparmi della cosa pubblica, perché non voglio vivere in un Paese illiberale governato da forze immature, e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare”. Sono le celeberrime parole pronunciate in un discorso affidato ad un videomessaggio trasmesso dalle sue reti televisive che fa rapidamente il giro del mondo. L’operazione funziona. Berlusconi ferma quello che tutti i sondaggi indicavano come uno scontato trionfo dei partiti di sinistra guidati dal Partito Democratico della Sinistra (PDS) di Achille Occhetto – è storia il primo confronto televisivo “all’americana” tra Berlusconi e Occhetto andato in onda proprio su Canale 5 e moderato da un giovanissimo Enrico Mentana. Vince con una coalizione di centrodestra formata da Forza Italia, Lega Nord e MSI e diventa Presidente del Consiglio. Ma la sua prima esperienza di governo dura appena 7 mesi, a causa del ritiro dell’appoggio al governo da parte del partito leghista guidato da Umberto Bossi. Berlusconi tornerà poi a Palazzo Chigi nel 2001, con la coalizione della Casa delle Libertà, di nuovo dal 2005 al 2006, e dal 2008 al 2011.
1994, cominciano i guai con la giustizia
Gli anni che lo vedono protagonista sulla scena politica italiani sono anche quelli in cui Berlusconi è stato coinvolto nelle molteplici vicende giudiziarie che lo hanno accompagnato fino ai suoi ultimi giorni di vita. La prima, più famosa, comincia con l’invito a comparire che gli viene recapitato il 22 novembre 1994 mentre, da presidente del Consiglio, presiedeva una conferenza internazionale sulla criminalità organizzata a Napoli. Da allora, i guai con la giustizia si susseguono senza sosta, inaugurando un duello “istituzionale” con la magistratura e i giudici che ormai fa parte della storia recente del nostro paese.
La vicenda tragicomica di Ruby
Berlusconi ha, infatti, consegnato alla storia vicende “tragicomiche” come quelle di “Ruby rubacuori”, al secolo Karima El Mahroug, la ragazza di origini marocchine che il 27 maggio 2010 viene arrestata dalla polizia e condotta alla Questura di Milano per un furto denunciato da una sua coinquilina, rilasciata subito dopo grazie ad una telefonata dell’allora presidente del Consiglio che la qualifica come la nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak. La ragazza viene poi affidata alla consigliera lombarda Nicole Minetti, dando il via allo scandalo mediatico del “bunga bunga”, le cosiddette “cene eleganti” nella residenza di Berlusconi di Villa San Martino ad Arcore che coinvolgono tante giovani e giovanissime ragazze. Di legami con Mubarak, Ruby infatti non ne ha. In compenso, ne ha con Berlusconi, così come le tante ragazze che frequentano il giro di feste “piccanti” ad Arcore e che hanno portato il Cavaliere ad essere imputato anche per le presunte tangenti pagate a diverse di loro, per tenerle nascoste.
La condanna definitiva per frode fiscale
Ma, oltre agli scandali hard, ci sono anche vicende giudiziarie di altra natura. Il 1º agosto 2013, Berlusconi viene, infatti, condannato in via definitiva dalla Cassazione per frode fiscale nel processo Mediaset: deve scontare la pena con l’affidamento ai servizi sociali per un anno in una casa di riposo per anziani. L’inchiesta, nata da un filone del processo All Iberian, riguarda la compravendita di diritti televisivi da parte di Mediaset, attraverso società offshore. Secondo la tesi dell’accusa, Mediaset comprava i diritti di pellicole cinematografiche negli USA con alcune società riconducibili a Mediaset, cedendole ad aziende gemelle per farne lievitare il prezzo ad ogni passaggio, occultando così fondi neri. La corte d’appello condanna Berlusconi all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, ma nell’ottobre del 2013 li riduce a 2 anni. In attuazione della legge Severino, quindi, rende Berlusconi incandidabile fino al 2019, grazie anche alla convalida della decadenza da parte del Senato. A marzo del 2014, si autosospende anche dalla carica di Cavaliere del Lavoro. Il reintegro politico da parte del Tribunale di Sorveglianza di Milano però arriva prima, nel 2018, così, il 26 maggio del 2019 si candida alle elezioni europee, diventando l’europarlamentare più anziano della legislatura, con i suoi 82 anni di età.
Gli ultimi anni in una Forza Italia ridimensionata
La riabilitazione definitiva della sua figura arriva quando, alla scadenza del primo mandato di Sergio Mattarella, nel gennaio del 2022, i partiti di centrodestra lanciano la sua candidatura come Presidente della Repubblica. La tempesta politica e mediatica che la proposta scatena spinge lo stesso Berlusconi a rinunciare alla candidatura, ma nel settembre del 2022 viene eletto nuovamente senatore, entrando con la sua Forza Italia (notevolmente ridimensionata negli anni, dopo i fasti dei primi governi Berlusconi) nella compagine di governo, ma senza incarichi diretti. Si rende protagonista di numerosi alterchi – puntualmente sottolineati dalla stampa – con gli alleati di coalizione e con la premier in pectore Giorgia Meloni, durante la formazione della squadra di governo, confermando l’indole legata all’altro suo più famoso soprannome, il “Caimano”, coniato dal giurista Franco Cordero e poi utilizzato anche da Nanni Moretti per il titolo di un suo film del 2006 (a Berlusconi viene dedicato anche un altro film nel 2018, in due parti, diretto da Paolo Sorrentino, dal titolo “Loro”).
Berlusconi, l’incarnazione dell’Italia contemporanea
Questo excursus conferma la premessa iniziale: è impossibile sintetizzare tutto quello che è accaduto al personaggio, al politico, all’uomo Silvio Berlusconi. Sono state omesse le ombre più volte gettate dalla magistratura sulle presunte collusioni con esponenti di Cosa Nostra, emersi nei processi che hanno coinvolto Marcello Dell’Utri, con la vicenda mai del tutto chiarita della presenza del mafioso Vittorio Mangano in qualità di “stalliere” nella residenza di Arcore. Così, come è impossibile riassumere le sue intricate vicende amorose, le numerose compagne, più o meno ufficiali, a cui si è legato durante tutta la sua vita: dalla storica Veronica Lario a Francesca Pascale, fino all’ultima, Marta Fascina, attualmente deputata di Forza Italia. Sarebbe come voler riassumere la storia stessa del nostro paese, spesso comica, tante volte sinistra e inquietante, altre surreale e grottesca, ovvero, l’incarnazione stessa dell’Italia contemporanea.
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