“Non sono per l’Italia spaghetti e mandolino”. La premier Giorgia Meloni nell’intervista a Quarta Repubblica di Nicola Porro rivendica di volere un impegno dell’Italia lontana dagli stereotipi. “Voglio un’Italia che cammini a testa altra nella storia”
A chi l’accusa di “deriva autoritaria”, specie in riferimento alla decisione della maggioranza di ridurre i poteri di controllo della Corte dei conti sui progetti del Pnrr, la premier Giorgia Meloni, durante l’intervista di Nicola Porro a Quarta Repubblica, rassicura: “Queste accuse non hanno ragione desistere”, sottolineando che nel suo governo non c’è nulla di nuovo rispetto al precedente. “Segnalo sommessamente – afferma Meloni – che quello che stiamo facendo sui controlli della Corte dei Conti sul Pnrr non è nulla di difforme da quello che ha fatto il precedente governo di Draghi. Allora il problema qual è? È che c’è una deriva autoritaria o che qualcuno che viene da destra non ha gli stessi diritti che avevano loro? E questo è un problema. Per cui loro te lo dicono sulla Corte dei Conti e non è vero: la Corte fa i controlli che deve fare, fa una relazione semestrale al Parlamento e nessuno gli mette un bavaglio: non è che noi abbiamo modificato niente”.
Meloni dall’opposizione al governo: “Meno stressante la vita all’opposizione”
A distanza di due anni, osserva Meloni da presidente del Consiglio, “sul piano dello stress, 227 giorni al governo sono più di dieci anni all’opposizione. Sono sempre stata consapevole dei rischi e dei problemi che comporta governare una nazione, anche se – premette – non nella misura in cui lo capisco oggi. Una cosa che non avevo considerato è che praticamente tutto quello che accade nel mondo ti riguarda, impatterà su di te in qualche modo. L’imprevisto è la previsione più accurata che puoi fare. Rincorri l’emergenza soprattutto, e devi tenere la barra dritta verso quello che puoi fare. Sui patti col diavolo, non ho cambiato idea”. Da premier devi cercare le soluzioni praticabili: ci sono cose che tu pensavi potessero andare in un determinato modo – spiega Meloni – e poi studiando i dossier ti rendi conto che il quadro era diverso. Ma ancora oggi, come ieri, preferisco andare a casa che diventare diversa dalla persona che considero di essere. Io vivo sempre a casa mia. Non ci penso neanche di trasferirmi a Palazzo Chigi” scherza la premier.
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“Per la sinistra sei autoritario per qualsiasi cosa”
“La sinistra dice che sei autoritario per qualsiasi cosa – afferma la Meloni parlando poi delle opposizioni – se Fazio decide di lasciare la Rai, se alla parata del 2 giugno i militari alzano la mano per salutare la tribuna come gli altri anni, se ti lamenti che qualcuno abbia impedito al ministro Roccella di presentare al Salone del Libro un libro sulla sua famiglia”. “In campagna elettorale si diceva che con la Meloni sarebbero arrivate le cavallette, la Borsa sarebbe crollata. La Borsa sta andando molto bene, lo spread è più basso rispetto al precedente governo, gli hedge fund hanno smesso di scommettere contro il debito pubblico italiano, il Btp valore è andato strabene”.
“Schlein non distingue il dissenso dalla censura”
Immancabile la frecciatina a Elly Schlein: “Quello che mi ha colpito di lei è che abbia detto che abbiamo un problema col dissenso. Se il segretario del Pd, il secondo partito italiano, non distingue tra “dissenso” e “censura” allora abbiamo un bel un problema”.
I rapporti tra Meloni e la Francia
Sui frequenti scontri tra Roma e Parigi, Porro chiede a Meloni se ancora parla con il presidente francese Emmanuel Macron dopo le ultime accuse arrivate da alcuni ministri del governo francese nei confronti di palazzo Chigi: “Ma certo che ci parliamo. I rapporti tra Italia e Francia sono per forza di cosa solidi, come tra nazioni vicine”. Meloni ha poi contestato un certo modo di raccontare i rapporti tra Italia e Francia «Molti raccontano i rapporti tra Italia e Francia come se fosse una roba da adolescenti, come se non ci si parla o non ci si saluta” E sulle parole del ministro degli Interni francese che aveva bollato come “incapace” il governo Meloni di gestire l’emergenza migranti, la premier prova a chiudere le polemiche: “È stato un errore significativo. Bisogna avere la lucidità di distinguere la politica e i rapporti tra partiti e quelli tra i governi”.
La guerra in Ucraina
In Ucraina “secondo me, bisogna continuare a lavorare per la pace – afferma la premier sul tema della guerra contro i russi – e garantisco che è significativa del nostro lavoro in parlamento, ma purché non si confonda la parola pace con l’invasione”. Per tale ragione “aiutare l’Ucraina con gli strumenti di cui disponiamo – sostiene la premier – è il modo più serio per costruire la pace, perché in ogni conflitto se uno ha già vinto, non ha bisogno di sedersi al tavolo. Ha bisogno di farlo se c’è uno stallo e se quindi se c’è equilibrio sulle forze in campo”.
I viaggi all’estero e «l’extraterrestre»
“Oggi c’è un’Italia che torna protagonista sullo scenario internazionale – afferma la premier sul fronte della politica estera – per affrontare le questioni più importanti, però, è indispensabile lavorare innanzitutto sul piano internazionale, perché nessuno può pensare di fermare il vento da solo con le proprie mani”. Da Porro la Meloni racconta un aneddoto che riguarda i suoi incontri con altri capi di Stato: “Ricordo che a Sharm el-Sheikh incontrando il presidente del consiglio europeo gli ho chiesto: non sei stupito che io non sia verde e che non abbia le antenne? Chiaramente l’impressione che ho avuto io è che siamo stati figli un po’ del racconto che avevano letto e che invece trovandosi una persona normale e seria siano rimasti colpiti”. : “Se faccio un accordo, dico una cosa e la faccio – assicura Meloni – non sono il tipo che si lascia intimidire di fronte ai leader di altre nazioni. Io non sono l’Italia spaghetti e mandolino che dice di sì e sorride nelle foto e poi si fa fregare tutto o prova a fregarti. Io voglio un’Italia che cammina a testa altra nella storia e credo che con questa capacità di stringere rapporti si portano i risultati“.
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