Pnrr: il governo è sicuro, l’ok entro agosto

Martina Onorati
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Sul Pnrr il ministro degli esteri Antonio Tajani ribadisce intenzioni del governo di non rinunciare ai fondi. Il leader degli industriali Carlo Bonomi parla dei progetti da rivedere

La premier Giorgia Meloni rassicura sui tempi per quanto riguarda la revisione del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), mentre il suo ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ribadisce l’intenzione del governo di portare a casa tutti i fondi messi a disposizione dall’Unione europea e chiesti dall’Italia. Bruxelles contribuisce a smorzare i toni e fa sapere che sono in corso scambi costruttivi con Roma sulla terza rata del piano, vengono “fornite informazioni ove necessario” e il ritardo non è “inusuale”.

Ma dall’opposizione continua la polemica dopo lo scontro tra il pivot del governo per il Recovery, Raffaele Fitto, e la Corte dei conti sui rilievi mossi dalla magistratura contabile mentre il leader degli industriali, Carlo Bonomi parla senza mezzi termini di progetti da rivedere rivedere anche perché nel frattempo il mondo è cambiato.

“Non tutti i progetti inseriti nel Pnrr hanno come obiettivo la crescita del potenziale del paese. E’ evidente che i fondi vanno ricalibrati, osserva da Trento. Intanto la cabina di regia sul Pnrr è in programma per mercoledì.

tajani meloni

Meloni: “Siamo nei tempi”

Il nostro piano è il più grande d’Europa, e una sua revisione richiede una verifica attenta per scongiurare il rischio di fare in fretta e male. La scadenza per proporre modifiche è il 31 agosto e Fitto sta lavorando con la Commissione e le singole amministrazioni per assicurare la piena attuazione degli interventi. Siamo nei tempi“, sottolinea Giorgia Meloni al Messaggero. “La capacità di spesa – spiega la premier – è un problema storico. Accorpare la delega del Pnrr a quella delle Politiche di coesione nasce proprio da questa esigenza”.

Sul Pnrr Tajani è ottimista

Tajani le fa da eco: “Tutti i Paesi hanno delle contestazioni da parte dell’Ue, è ovvio che si deve trattare. Sono convinto che per quanto riguarda la terza tranche del Pnrr sia ancora questione di poco. Se poi ci dovesse essere l’esclusione di una piccola parte, l’Italia farà le sue osservazioni. Il Piano è stato scritto e deciso quando c’era ancora la pandemia, ora le cose sono cambiate. La flessibilità è indispensabile. Non credo che si debba rinunciare a parte dei fondi, è chiaro che si debbano utilizzare tutti i fondi trovando le giuste modifiche”. Dunque, Tajani è ottimista sulla nuova tranche. “Credo che l’Italia abbia le carte in regola, tutti i compiti a casa sono stati fatti. Ci sono alcuni progetti che stranamente la Commissione europea aveva approvato quando c’era un altro governo – penso per esempio agli stadi di Firenze e Venezia – poi la Commissione ha cambiato idea. L’Italia sta facendo tutto ciò che serve, non ci sono contestazioni sugli obiettivi, quindi dobbiamo essere ottimisti”, spiega dal Festival dell’Economia a Trento.

Ue dai toni pacati

Dall’Ue subito dopo arrivano toni pacati, anche sulle ipotesi che non tutta la rata arrivi subito: si fa notare che quando la Commissione ritiene che non tutti gli obiettivi e le tappe associati a una tranche siano stati raggiunti in modo soddisfacente, può effettuare un pagamento parziale e il resto della rata sarà quindi sospeso. Ma non del tutto perduto. Lo Stato membro interessato ha infatti sei mesi di tempo per adottare le misure necessarie a garantire il soddisfacimento degli obiettivi e potrà vedere sborsato il denaro in una rata successiva.

Opposizioni sul piede di guerra

Le opposizioni restano tuttavia sul piede di guerra. “La problematica che il governo ha con il Pnrr è che non riesce a spiegare come vuole rifarlo”, afferma il leader di Azione, Carlo Calenda mentre per la presidente Mara Carfagna “dopo sette mesi, viene davvero il dubbio che il governo stia gestendo in maniera inadeguata il più grande piano di ricostruzione e di rilancio del nostro Paese”. “L’attacco del governo ai poteri di controllo della Corte dei Conti sul Pnrr altro non è che la reazione isterica di chi dimostra ogni giorno che passa l’incapacità di mettere a terra il piano per impiegare le risorse europee”, afferma il segretario di +Europa Riccardo Magi facendo riferimento ai rilievi mossi dalla magistratura contabile a cui il ministro Fitto ha replicato auspicando un approccio costruttivo della stessa Corte.

Mef: “Su Pnrr problema è che non c’è controllo successivo”

Si tratta in sostanza delle discussioni sul ruolo del collegio per il controllo concomitante nell’attuazione dei progetti di recovery previsto dal decreto del luglio 2020 poi convertito in legge a settembre. “Qui il problema è che non esiste controllo successivo – spiega il sottosegretario al Mef Federico Freni – perché l’ultima parola sull’assorbimento del Pnrr spetta alla Commissione. Se faccio il controllo su dati incompleti, ho un effetto boomerang, che è quello successo ora. La Corte dei conti ha assolto un compito istituzionale, ma un migliore coordinamento non può che essere utile”.

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