Pnrr, Fitto non convince i governatori: le Regioni vogliono più coinvolgimento

Red
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A Napoli l’incontro-scontro su progetti e risorse. Il ministro: “Occorre realismo”. De Luca: “Basta chiacchiere”

Il luogo del confronto è il festival dello sviluppo sostenibile a Napoli, ma il terreno di scontro è sempre il Pnrr con le sue risorse e i suoi progetti. Al ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto che invoca realismo, risponde secco il governatore campano Vincenzo De Luca, intimando meno chiacchiere e lo sblocco dei soldi destinati al Sud.

Il gap tra Pnrr e Agenda 2030

L’Asvis, l’Agenzia per lo Sviluppo Sostenibile, mette attorno al tavolo il ministro Fitto e quattro governatori: il padrone di casa De Luca, Occhiuto (Calabria), Toti (Liguria) ed Emiliano (Puglia). Sul tavolo la richiesta del direttore scientifico di Asvis, l’ex ministro Enrico Giovannini, di colmare il gap tra Pnrr e Agenda 2030. Ne esce un confronto dove, al di là delle visioni differenti, emerge la richiesta delle Regioni di non essere tagliate fuori.

Fitto, le colpe storiche delle Regioni

Fitto, il primo ad intervenire, mette le cose in chiaro. Sul Pnrr servono parole di realismo. Inutile illudersi se si vogliono evitare gli errori del passato: la data di giugno 2026 è troppo vicina per pensare che tutti gli interventi saranno realizzati in tempo. E per questo fa ricorso ai dati che indicano una difficoltà storica da parte delle Regioni a spendere. “Sul Pnrr – spiega il ministro – credo sia opportuno fare delle valutazioni partendo dalle performance del nostro Paese. La percentuale di utilizzo dopo 9 anni su 126 miliardi è del 34%. Se abbiamo il 34% di spesa su 126 mld dopo 9 anni, quando affrontiamo il Pnrr che ha un importo quasi doppio con metà degli anni di tempo per spendere, dobbiamo porci qualche domanda per trovare soluzioni coordinate e coerenti e anche immaginare degli interventi di cambio strutturale delle modalità di spesa. Se immaginiamo – avvisa Fitto – di continuare a spendere queste risorse con una polverizzazione degli interventi in decine di migliaia rischiamo di commettere un errore”.

De Luca: “Non condivido nulla”

Mentre Fitto parla, in video-collegamento, De Luca in sala scuote la testa. E quando tocca a lui non le manda a dire: “Non condivido nulla di quello che ha detto Fitto, stiamo arrivando a livelli di centralizzazione pre-borbonica. Vediamo di capirci – sbotta – abbiamo deciso di trovare un coordinamento tra fondi Pnrr e di coesione, e qual è il luogo istituzionale per farlo se non le Regioni? A Fitto direi ‘dacci i soldi che sono del Sud e ce la vediamo noi’. Stanno facendo una rapina bloccando i soldi destinati al Mezzogiorno – l’attacco – perché pensano di spalmarli sul territorio nazionale. E mentre Fitto coordina, il Paese è paralizzato”.

Occhiuto spalleggia il ministro

Il governatore calabrese Occhiuto tende la mano al ministro: “Il fatto che ci siano problemi strutturali nella spesa è ineludibile. Abbiamo due questioni: una legata alla quantità di spesa che si produrrà sul Pnrr e l’altro aspetto è legato alla qualità degli interventi. Occuparsi di entrambi gli aspetti non è semplicissimo, è come cambiare la direzione di un treno in corsa”.

Puglia e Liguria chiedono maggiore coinvolgimento

Dalla Puglia Emiliano, pur con toni meno sferzanti, condivide la richiesta di De Luca di un maggiore coinvolgimento delle Regioni: “Avremmo bisogno di convocare immediatamente una riunione con tutti i presidenti delle Regioni, per dare una mano alla spesa, cercando di chiedere a noi come potremmo pensare di programmare i vari filoni Fsc, Psr, Fesr”. Si accoda il governatore ligure Giovanni Toti: “Mi aggiungo alle richieste dei miei amici governatori perché il governo coinvolga maggiormente le Regioni nella programmazione, cosa che non è stata fatta per il Pnrr. Regioni e Governo si siedano a un tavolo altrimenti – conclude – continueremo con lo sterile dibattito sulle responsabilità”.

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