A Roma la fiaccolata per Barbara: “Noi medici dimenticati dallo Stato”

6 Min di lettura

Più di 400 operatori sanitari in divisa a Piazza Esquilino con fiaccole e striscioni: la marcia verso piazza Madonna di Loreto per l’addio alla psichiatra uccisa

Un religioso silenzio e un fiume di medici sono scesi in piazza per esprimere tutta la loro solidarietà e tristezza per la collega Barbara Capovani, deceduta il 23 aprile a Pisa in seguito a una violenta aggressione da parte di un suo ex paziente. Nel pomeriggio del 3 maggio, più di 400 operatori sanitari si sono radunati a Piazza Esquilino, al centro di Roma, muniti di fiaccole, striscioni e divisa. Il corteo è partito alle ore 20:00 passando per via Cavour, largo Corrado Ricci, via dei Fori Imperiali e infine piazza Madonna di Loreto (di fronte al Campidoglio).

Medici, infermieri, operatori sanitari. Esistono tante figure nel campo medico ma quella dello psichiatra è la meno tutelata. Le difficoltà che devono affrontare tutti i giorni sono enormi e la colpa risiede in un quadro normativo carente, strutture non attrezzate e soprattutto insufficienti. La verità è che, ad oggi, nel 2023, quella della salute mentale e dell’assistenza psichiatrica resta una riforma ancora tutta da pensare.

Dalla Legge Basaglia alle Rems

Ma cosa è successo in 45 anni dopo l’introduzione della Legge Basaglia? Inizialmente vennero introdotti gli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG), una categoria di istituti annoverabili tra le case di reclusione che, a metà degli anni Settanta, sostituirono i vecchi manicomi criminali. Aboliti nel 2013, sono stati chiusi definitivamente nel 2015 e sono stati sostituiti dalle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS). Queste ultime avrebbero dovuto permettere ai pazienti un’assistenza diversa, più umana, volta alla guarigione e al rispetto dell’altro ma senza risorse, organici e personale medico che è costretto a fare sia il proprio lavoro che quello di un secondino. I risultati sono questi: l’ennesima tragedia che stavolta ha come protagonista la psichiatra uccisa da un suo ex paziente, che, tra l’altro, si era già mostrato violento in passato.

Cozza: “Bisogna cambiare il Codice Penale”

“Dopo la chiusura dei manicomi nel 1978, qualche anno fa sono stati chiusi gli Ospedali psichiatrici giudiziari. Ora ci sono le Rems – spiega all’Ansa Massimo Cozza, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Asl Roma 2 – ma queste strutture non sono adatte per tutti, in particolare per i pazienti che soffrono di disturbo antisociale, a rischio di atti violenti, come è stato per l’uomo che ha ucciso la psichiatra. Questi pazienti restano a carico dei servizi del territorio, nei dipartimenti di salute mentale, senza che questi abbiano le forze e le condizioni per affrontare le esplosioni di violenza. La richiesta è quella di cambiare il Codice Penale, fermo al Codice Rocco degli anni Trenta. La proposta è di aprire in alcune carceri una serie di sezioni specializzate per i pazienti con disturbo psicotico antisociale che si sono macchiati di reati”.

Servono sicuramente strumenti sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista giuridico. La società e le istituzioni devono obbligatoriamente rimettere al centro del discorso la salute mentale e affrontare le gravi criticità dei servizi territoriali ed ospedalieri.

Salute mentale, insediato il Tavolo al Ministero della Salute

Per quanto riguarda le azioni che concretamente sta portando avanti la politica, si è tenuto la stessa mattina del 3 maggio, al Ministero della Salute, alla presenza del ministro Orazio Schillaci, il nuovo Tavolo tecnico per la salute mentale. “Prima di iniziare i lavori abbiamo rivolto un pensiero in ricordo della psichiatra Barbara Capovani”, ha detto il ministro ribadendo come “obiettivo specifico del Tavolo è la promozione della salute mentale e del benessere psicologico, in tutte le età e in tutti i contesti. Con il supporto del Tavolo tecnico, il Ministero lavorerà inoltre ad una campagna di informazione e di sensibilizzazione per promuovere una cultura della salute mentale orientata a una maggiore conoscenza e consapevolezza dei disturbi psichici e dei sistemi di cura”.

Nel corso della riunione sono stati definiti i sottogruppi di lavoro e le tematiche specifiche sulle quali inizieranno a lavorare da subito. In particolare: salute mentale e giustizia; organizzazione dei servizi e integrazione socio-sanitaria; salute mentale di genere; salute mentale nella transizione tra età evolutiva ed età adulta; salute mentale e prevenzione nella scuola e nei luoghi di lavoro; innovazione tecnologica e salute mentale; dipendenze patologiche. È stato infine concordato, in un’ottica di collaborazione e approccio inclusivo del Tavolo tecnico, di avviare una fase di ascolto e confronto con istituzioni, enti preposti, società scientifiche, agenzie regolatrici e associazioni dei familiari, del volontariato e del terzo settore.

© Riproduzione riservata

Condividi questo Articolo