Il primo maggio di Mattarella: “Lavoro precario stride con crescita”

Red
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Il Capo dello Stato anticipa il suo messaggio in uno dei poli di eccellenza del Made in Italy. Pnrr? “Occasione ineguagliabile”

“Ampliare la base del lavoro, e la sua qualità, deve essere assillo costante a ogni livello, a partire dalle istituzioni”. Sergio Mattarella, a poche ore dal Consiglio dei ministri che dovrà varare provvedimenti su lavoro e occupazione, lancia un allarme ben preciso: il lavoro precario non aiuta la crescita.

La visita al distretto di Meccatronica

Anticipando la Festa del 1° maggio per visitare il distretto industriale di Meccatronica, il presidente della Repubblica richiama governo e opinione pubblica su una serie di problematiche del lavoro tutt’oggi irrisolte e lo fa con la consueta decisione: si va dalla parità di genere, ancora troppo indietro in Italia, alle drammatiche carenze sulla sicurezza del lavoro; dallo sfruttamento minorile che “ruba il futuro ai giovani”, alle inaccettabili disuguaglianze territoriali, cioè un nord in crescita e un sud in affanno.

Anche la scelta del distretto della Meccatronica emiliana – tra Corte Tegge a Cavriago – premia una delle eccellenze del Paese che conta, complessivamente, circa 400 aziende. Quasi un invito a guardare al futuro. E infatti il capo dello Stato ne parla ampiamente invitando a evitare il “galleggiamento” e a superare “una visione di mera conservazione del tessuto industriale esistente. Per Mattarella il lavoro è tutto e rappresenta la “dignità” del cittadino per cui bisogna “guardare avanti ed investire nel capitale umano”.

L’invito ad attuare il Pnrr

Rientra in questa analisi l’ennesimo invito a mettersi a pancia a terra per attuare il Pnrr che, ricorda, è una “ineguagliabile opportunità per ridurre e colmare ritardi strutturali, sostenere strategie di crescita e favorire, con l’innovazione, più diffuse opportunità”. Insomma serve pensare al lavoro, progettare le strategie e quindi crearlo: perchè, prosegue, il “lavoro è come un antidoto, uno strumento efficace per combattere in modo proficuo discriminazioni e illegalità diffuse”.

Lavoro fra etica e bene della Repubblica

Il presidente nel suo lungo intervento va oltre i semplici dati dell’occupazione in Italia: Mattarella prova a spiegare sia il valore etico del lavoro che le sue molteplici conseguenze benefiche per la Repubblica. Tanto da voler sottolineare quanto le istituzioni debbano impegnarsi non per aumentare le distanze ma piuttosto per avvicinare pezzi del Paese che faticano a tenere lo stesso passo: “L’unità del Paese significa unità sostanziale sul piano delle opportunità di lavoro. Significa impegno per rimuovere le disuguaglianze territoriali. Presidiare e promuovere l’unità nazionale significa anche questo”, spiega in un passaggio che da alcuni è stato letto come un riferimento al progetto di riforma dell’Autonomia.

Precariato e sfruttamento “stridono con crescita e sviluppo”

È sul precariato che il presidente spinge più forte forse vedendo all’orizzonte un ritorno del fascino dei vecchi tempi della deregulation: “Le imprese cercano personale qualificato e formato. La precarietà come sistema – sottolinea – stride con le finalità di crescita e di sviluppo. Se le cifre sono preoccupanti e note, e denunciano in Italia un alto tasso di inattività rispetto ai parametri europei, una risposta adeguata può venire soltanto da un concreto impegno di mobilitazione collettiva che sappia valorizzare il grande patrimonio di competenze presente nel nostro Paese”. Parole chiare queste di Mattarella che si completano con l’allarme sullo sfruttamento giovanile e degli immigrati: “Un recente rapporto ha messo in evidenza come il lavoro minorile sfruttato sia ancora una piaga presente. Lo sfruttamento ai danni dei minori costituisce un grave furto di futuro, sottraendo questi ragazzi alla scuola e spingendoli verso la marginalità. È un tema che – aggiunge – riguarda anche la condizione di molti lavoratori immigrati”.

Infine le donne, non ancora adeguatamente tutelate come invece vorrebbe l’articolo 37 della Costituzione, da Mattarella interamente citato: “il lavoro è parametro che permette di misurare l’effettivo livello di parità, sul terreno della occupazione e dei salari, tra donne e uomini. Al fine di verificare il rispetto di quanto disposto dalla nostra Costituzione”.

Concertone, connessione fra lavoro e pace

Un discorso denso e complesso che Mattarella sceglie di chiudere con toni più leggeri attraverso un plauso al Concertone di piazza San Giovanni, quest’anno sotto attacco da una parte della destra: “Auguro una giornata serena e festosa ai giovani al Concertone. La musica sottolinea anche la connessione di speranza tra le parole “lavoro” e “pace”.

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