G7 dei Ministri del Lavoro: nuove proposte per la trasformazione digitale

Francesco Ragugini
2 Min di lettura

Il focus si è indirizzato sulle nuove articolazioni del mercato del lavoro, alla luce dei cambiamenti demografici, della trasformazione digitale

Il G7 dei Ministri del Lavoro che si è svolto a Kurashiki, in Giappone si è chiuso con la firma di un piano d’azione. In tale maniera, Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti si impegnano a investire sulle competenze delle persone e la loro inclusione nel mercato del lavoro per lo sviluppo delle carriere.

Il focus si è indirizzato sulle nuove articolazioni, alla luce dei cambiamenti demografici, della trasformazione digitale e della transizione verso la cosiddetta “green economy“. Si è analizzato il problema della mancanza di manodopera, del mismatch tra competenze richieste e offerte, della bassa inclusione di donne, giovani, disabili.

L’obiettivo di sostenere lavoratori e imprese nel percorso di adattamento ai cambiamenti, avviene anche “rispetto alle innovazioni richieste dai mutati contesti produttivi e relazionali a cui facciamo riferimento – ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone – la necessità, assicurando che le transizioni avvengano in modo equo e sostenibile a ogni livello”.

Gli effetti della Digital transformation

Diversi studi hanno dimostrato che la digitalizzazione dei settori produttivi e l’uso dell’intelligenza artificiale nel mondo occupazionale è in grado di assicurare una maggiore produttività, crescita economica, efficienza e sicurezza. Secondo gli studi di Tony Saldanha –  manager di multinazionali ed esperto in Digital transformation – sono due, però, i modi in cui una trasformazione digitale fallisce. Nella sua analisi Saldanha spiega che dipendono dalla mancanza di disciplina: essa causa, prima, il fallimento del decollo e, poi, il mantenimento del vantaggio competitivo durante la rotta e quindi lo schianto.

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