Le reazioni alla lettera della Meloni al Corriere: “Bene la lettera. Si nota presa di posizione per ricomporre le divisioni”

Martina Onorati
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La lettera della premier Meloni, scritta al Corriere per celebrare la sua prima Liberazione da presidente del Consiglio, (e per rispondere alle polemiche degli scorsi giorni) ha suscitato non poche reazioni e polemiche da parte dei politici dei partiti italiani

La lettera della premier Giorgia a Meloni, scritta al Corriere per celebrare la sua prima Liberazione da presidente del Consiglio, (e per rispondere alle polemiche degli scorsi giorni), viene da lei stessa definita una “riflessione che mi auguro possa contribuire a fare di questa ricorrenza un momento di ritrovata concordia nazionale nel quale la celebrazione della nostra ritrovata libertà ci aiuti a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. E lo fa – sottolinea – “con la serenità di chi queste riflessioni le ha viste maturare compiutamente tra le fila della propria parte politica ormai 30 anni fa, senza mai discostarsene nei lunghi anni di impegno politico e istituzionale”.

Tali riflessioni hanno scatenato non poche reazioni e commenti da parte politici dei partiti italiani, i quali hanno evidenziato l’incoerenza e il suo presunto “fasullo antifascismo“, come ha affermato Sandro Ruotolo. Sottolineando poi, – come fa il sindaco di Milano Sala – anche “l‘inutilità” del gesto, in quanto “le interviste e le lettere ai quotidiani non servono a nulla”. Infine Carlo Calenda, ne sostiene la “presa di posizione” al fine di “ricomporre le divisioni”.

Sala: “Lettera inutile. Bisogna camminare tra la gente per fortificare la comunità”

“Parlo con rispetto della presidente Giorgia Meloni però anche oggi la lettera al Corriere della Sera cosa aggiunge? Cosa cambia rispetto a quello che abbiamo sempre sentito dire? Assolutamente nulla. Invece camminare in mezzo alla gente è qualcosa che fortifica la comunità e abbiamo bisogno di fortificare la comunità”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine della deposizione delle corone che celebrano la città come Medaglia d’oro della Resistenza, parlando dell’atteggiamento del governo nei confronti del 25 aprile.

il difforme giuseppe sala
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala


Ai giornalisti che gli hanno fatto notare come gli esponenti del governo facciano interviste e mandino lettere ai giornali per parlare della Liberazione ma poi non si presentano alle celebrazioni, Sala ha risposto: “Penso che non sarebbe così difficile uno, dirsi antifascisti: è così difficile? Due, essere presente in mezzo al popolo in giornate del genere. Ma se decidono di non farlo purtroppo c’è un po’ da allargare le braccia – ha commentato – Ogni anno si ripropone la stessa questione. Le interviste e le lettere ai quotidiani onestamente non servono a nulla. Anche perché non è che dicano granché”.
“Il governo non è che cambia atteggiamento. Forse un po’ più di attenzione ci sarebbe voluta, ma io non è che mi aspettavo granché di diverso”, ha concluso.

Calenda: “Nella lettera di Meloni c’è presa di posizione per ricomporre divisioni”

“L’ho letta. Penso che ci sia una presa di posizione, poi si può discutere se si potevano usare parole di oggi. Credo che oggi tutti ci riconosciamo nella libertà, e tutti ci riconosciamo nel fatto che quella libertà nasce dalla sconfitta del nazifascismo ad opera degli alleati e della Resistenza, con decine di migliaia di morti”. Lo ha detto il leader di Azione Carlo Calenda alla manifestazione per la commemorazione del 25 aprile al Pantheon commentando la lettera della premier Giorgia Meloni al Corriere della Sera.
“Va fatto – ha aggiunto – uno sforzo da parte di tutti. Invece di sottolineare le divisioni, cercare di rimetterle insieme. Bene che la Meloni abbia riconosciuto questo, male che la seconda carica dello stato non sia ancora in grado di dire parole chiare, anzi dice parole completamente sbagliate anche storicamente. Bene che si ricordi a sinistra il ruolo della Resistenza, male che lo si faccia solo in relazione a quello che è successo qui tanti anni fa e non a quello che sta succedendo in Ucraina oggi. Proviamo a tenere insieme tutte queste cose così da avere una democrazia matura e moderna”.

Carlo Calenda
Il leader di Azione Carlo Calenda

Ruotolo: “Meloni non è riuscita neanche questa volta a definirsi antifascista”

“La presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella lettera apparsa sul Corriere della Sera di oggi parla del 25 Aprile come della festa della Libertà. Per noi resta la festa della Liberazione perché senza la liberazione dal nazifascismo non ci sarebbe stata la libertà. È evidente quindi che permane una grave reticenza che non è superata dalle parole”. Lo dice Sandro Ruotolo, responsabile Informazione, cultura, culture, memoria del Partito Democratico.


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