Sudan nel caos totale. A Palazzo Chigi elaborato piano per proteggere gli italiani

Martina Onorati
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La premier Giorgia Meloni sta seguendo l’evolversi del conflitto in Sudan. Vertice a Palazzo Chigi con ministro degli Esteri Tajani per predisporre piano per tutelare gli italiani. Il personale del governo americano sarà evacuato

La situazione in Sudan è ancora troppo pericolosa. E circa 200 italiani sono ancora bloccati lì.

Ma, con estrema lucidità, l’Italia, (come anche gli altri altri Paesi occidentali), sta organizzando l’evacuazione dei connazionali, con velivoli militari che sono già stati dislocati a Gibuti, il piccolo Stato-base militare incastonato fra Eritrea, Etiopia e Somalia sul golfo di Aden. Si lavora ad una replica dell’operazione Afghanistan, dedicata però stavolta solo ai cittadini italiani.

A Palazzo Chigi, piano d’emergenza per gli italiani in Sudan

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sta seguendo l‘evoluzione del conflitto in Sudan e ha tenuto una riunione con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone, il generale Francesco Paolo Figliuolo, responsabile del Comando operativo di vertice interforze, e i responsabili dell’Unità di crisi della Farnesina e dei Servizi di Sicurezza. È quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

Durante la riunione è stata esaminata la situazione sul terreno, in contatto diretto con le unità presenti in Sudan, e predisposto un piano di emergenza per la tutela dei nostri connazionali.

Tajani: “Italiani al sicuro. In Ambasciata c’è cibo, acqua e gasolio”

Ieri pomeriggio il Tajani ha confermato la buona notizia, ovvero che “i primi 18-19 italiani che soggiornavano in crociera, hanno già raggiunto l’Egitto, fortunatamente, sani e salvi. In Sudan restano circa 130-150 italiani – ha precisato il ministro degli Esteri – che possono contare sulla massima assistenza della nostra ambasciata, che è stata fondamentale, (insieme a quella del Cairo), nel dare supporto anche agli italiani appena arrivati in Egitto”. 

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ANTONIO TAJANI MINISTRO

“Stiamo lavorando con grande riservatezza, lo comprenderete, ma la sicurezza dei nostri concittadini in Sudan è la priorità. Siamo pronti a fare tutto ciò che serve”. Così ha detto il ministro degli Esteri a SkyTg24, precisando che “tutti gli italiani in Sudan sono in contatto con la nostra ambasciata, che è aperta e molti si trovano già nella residenza. E’ una situazione complessa, ma i nostri concittadini sono in una situazione abbastanza sicura. L’ambasciata non è stata toccata e dispone di cibo, acqua e gasolio” per i generatori. 

“Il messaggio – continua il ministro – è che il governo sta facendo tutto quel che serve” per garantire la sicurezza degli italiani che si trovano in Sudan. “Siamo in contatto con le due fazioni, per sostenere la tregua e per spingere in favore di un cessate il fuoco duraturo.
A Gibuti ci sono già gli aerei da trasporto della 46.ma aerobrigata. E’ stato fatto tutto quel che bisognava fare. Il governo segue minuto per minuto la situazione. Dobbiamo vedere come si evolve”, ha aggiunto.

Sudan nel caos

Il Sudan è in pieno caos: secondo gli ultimi dati del ministero della Sanità sudanese a Khartum, citato dalla stampa internazionale, sono oltre 600 le vittime e 3.500 i feriti degli scontri cominciati lo scorso 15 aprile: fra i morti ci sono 4 operatori umanitari Onu e un cittadino americano, secondo quanto riferiscono l’Onu e gli Stati Uniti. 

Il personale del governo americano in Sudan sarà evacuato

Nel mentre, il personale governativo americano in Sudan sarà evacuato. Lo riporta Cbs citando alcune fonti, secondo le quali si tratta in tutto di 70 cittadini statunitensi che lavorano per il governo nel Paese.

Ai connazionali viene suggerito di restare al riparo, evitare di uscire e di affacciarsi alle finestre, seguire i media locali per restare aggiornati sugli sviluppi della situazione e monitorare gli avvisi del Dipartimento di Stato per il Sudan e gli alert sulla sicurezza più recenti. 

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