Il ministro per l’Istruzione Giuseppe Valditara stasera in Consiglio dei ministri porterà informativa in cui si illustra un Piano di semplificazione per la scuola “a vantaggio di docenti, presidi e famiglie”
Stop alla burocrazia che soffoca la scuola: il ministro per l’Istruzione Giuseppe Valditara stasera in Consiglio dei ministri porterà una informativa in cui si illustra un Piano in venti punti che prevede una forte semplificazione per la scuola “a vantaggio di docenti, presidi e famiglie“.
Il Piano è nato dal confronto con i sindacati, ha chiarito il ministro, oggi ospite di un convegno della Gilda. Ed ha assicurato: “È solo l’inizio, è un cantiere aperto, nella scuola il tema della semplificazione è assolutamente centrale, utilizzando anche le nuove tecnologie”.
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I dirigenti scolastici, sollevati dall’iniziativa
“Accoglieremo con grande favore questa novità che viene anticipata da tanti anni, magari fosse questo il momento in cui possa avvenire, ci renderebbe felici”, ha commentato Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, che ha aggiunto: “La scuola si sta quasi paralizzando dietro la richiesta continua di adempimenti e complessità di ogni genere: avere una reale semplificazione sarebbe l’ideale, questo permetterebbe ai dirigenti scolastici di poter riversare più cura agli aspetti educativi, il fine ultimo della scuola”.
La sburocratizzazione potrà avvenire anche grazie all’uso delle nuove tecnologie – l’intelligenza artificiale innanzitutto – che, ha sottolineato il ministro, devono essere usate ma anche governate, “vanno maneggiate con cura”, ha detto il titolare di viale Trastevere, precisando che anche la pianificazione dei fondi del Pnrr “avrebbe dovuto essere più oculata, accorta. All’interno di queste risorse abbiamo dovuto ricavare i fondi per gli arredi scolastici e sogno che vengano usati per la scuola dell’avvenire”.
Anche per la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti: “La sburocratizzazione va a disegnare un obiettivo che avevamo annunciato nei nostri programmi: sto girando le scuole e incontrando i dirigenti scolastici, tutti mi sottopongono la criticità dell’eccessiva burocrazia che li impegna troppo, oltre alle altre grandi responsabilità che hanno”. Frassinetti ha anche affrontato il tema dell’aumento degli stipendi, “che stiamo portando avanti, già da novembre, c’è stato un aumento del contratto che è stato solo un inizio, l’obiettivo è rendere gli stipendi dei docenti sempre più assimilabili a quelli europei”.
A questo proposito, il presidente dell’Aran Antonio Naddeo ha assicurato il proprio impegno perché entro il mese di maggio si chiuda la trattativa sul contratto 2019-2021.
Dati Istat: 500mila abbandoni scolastici
L’Istat invece, con il direttore generale Michele Camisasca, ha evidenziato come nel 2020 siano stati 500mila gli abbandoni scolastici e che nel prossimo anno scolastico si registrerà, per la prima volta, anche un calo deciso degli studenti alle superiori, effetto dell’inverno demografico per il quale, nel 2022, in Italia i nuovi nati sono stati meno di 400mila.
Autonomia scolastica: la scuola rimane nazionale
Sul caso dell’autonomia scolastica, infine, il ministero dell’Istruzione in un documento inviato nelle ore scorse ai tecnici del ministero degli Affari Regionali, ha scritto nero su bianco quello che Valditara va ripetendo da tempo: la scuola deve rimanere nazionale, reclutamento, formazione e stato giuridico del personale scolastico sono materie di competenza esclusiva dello Stato, così come la definizione degli organici ed i contratti.
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