Fmi, i big dell’economia scelgono per la Tunisia. E Saied non ci sta

Olimpia Gigliotti
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I big dell’economia a Washington: “Dialogo con la Tunisia, continueremo a sostenerla” Ma Tunisi non ha ancora firmato il pacchetto di riforme

Il Fondo Monetario Internazionale sostiene da sempre la Tunisia negli ultimi decenni ed è intenzionata a continuare. “Siamo in costante contatto con le autorità locali”, spiega Jihad Azour, il capo del dipartimento per il Medio Oriente e Asia Centrale del Fondo, chiarendo che Tunisi – presente a Washington per riunioni del Fmi con una sua delegazione – non ha chiesto una revisione del piano di riforme.

Gentiloni con i big di Fmi e Banca mondiale

Mentre il dialogo continua per sbloccare l’impasse sull’accordo di principio raggiunto in ottobre, l’Europa sta a guardare e segue da vicino gli sviluppi. La stabilità della Tunisia è nell’interesse dell’Ue, ha detto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. Tunisi è stato uno dei temi affrontati da Gentiloni con i numeri uno di Fmi e Banca mondiale, Kristalina Georgieva e David Malpass.

Aiuti per quasi 2 miliardi di dollari

Il via libera del Fondo agli aiuti per 1,9 miliardi di dollariconsentirebbe all’Europa di sbloccare ulteriori 900 milioni di aiuti per il paese. “La Tunisia non vorrebbe prendere delle decisioni che possono avere delle conseguenze sociali e una delle decisioni dell’agreement che riguarda l’aumento dei carburanti è in discussione con i funzionari del Fmi”, spiega Gentiloni. “Le autorità tunisine sanno di poter contare sul sostegno francese ed europeo per accompagnare il processo di riforme necessarie per la finalizzazione dell’accordo”, afferma la portavoce del ministro francese per gli affari esteri, Anne-Claire Legendre.

Il presidente tunisino non ci sta ai “diktat dall’estero”

Le trattative però restano tutte in salita fra il Fondo e Tunisi e i toni sono stati esacerbati dalle parole del presidente tunisino Kais Saied delle ultime settimane. “Per quanto riguarda l’Fmi, i diktat dall’estero che portano solo a un ulteriore impoverimento sono inaccettabili, l’alternativa è contare su noi stessi, siamo un Paese sovrano”, ha detto chiudendo alle riforme richieste come condizione per ottenere il prestito del Fondo.

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