La stella polare dell’Ue è la transizione green. Da Pnrr possibili aiuti di Stato

Rob. Spar.
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Per presentare i piani modificati, la deadline resta il 30 aprile. Fitto chiede “massima flessibilità” nell’uso dei fondi

L’obiettivo resta sempre e solo quello: la transizione verde e digitale. Ed è in ossequio alla prima, che la commissione Ue ha ufficializzato l’aggiornamento delle linee guida per gli aiuti di Stato, per dare più sprint alle misure incluse nei Piani nazionali di ripresa e resilienza dei 27 e in vista dell’aggiunta del capitolo del RePowerEu.

Il terreno di gioco è il Green Deal

A Bruxelles, rispetto a qualche tempo fa, danno ormai per scontato che la gran parte dei Pnrr dei Paesi membri, anche in virtù del nuovo capitolo energetico, siano destinati a cambiare. Il dato rappresenta certamente una sponda per l’Italia. Ma il terreno di gioco, per ciascun governo, resta quello del Green Deal. Nei nuovi modelli per gli aiuti di Stato non è un caso che figurino tutti settori legati alla transizione verde. Si va dagli investimenti per rinnovabili, incluso l’idrogeno a quelli in infrastrutture per il teleriscaldamento, dai piani per l’efficienza energetica degli edifici o all’acquisizione di veicoli a bassa o zero emissioni. Tra i settori oggetto dell’allentamento delle regole sulla concorrenza figurano anche le stazioni di ricarica elettrica e stazioni di idrogeno per veicoli stradali, gli investimenti in processori innovativi e tecnologia dei semiconduttori o nelle capacità del cloud. Tutti dossier che Bruxelles vorrebbe vedere inclusi innanzitutto nel RePowerEu.

La deadline resta il 30 aprile

La Commissione ha ribadito i tempi strettissimi a cui sono chiamati i Paesi membri: entro il 30 aprile dovranno presentare i piani modificati con il capitolo aggiuntivo. Poi toccherà all’esecutivo Ue cominciare una complessa valutazione. Il RePowerEu, per chi come Roma è alle prese con i ritardi nell’attuazione del piano, rappresenta al contempo una chance e un insieme di paletti. La trattativa tra Italia e Ue non potrà infatti vertere solo sulle modifiche nel grembo del RePower (per cui le risorse a disposizione dell’Italia sono tra l’altro limitate).

Fitto chiede all’Ue “massima flessibilità”

Il ministro per gli Affari Ue, la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, chiede a Bruxelles “massima flessibilità” nell’uso dei fondi, inclusa la possibilità di traslitterare alcuni progetti dal Pnrr alla programmazione per la coesione, che scade nel 2029 e non nel 2026. Ed è su questo punto che il negoziato potrebbe farsi più complesso, sebbene dall’Ue giungano continue assicurazioni sulla volontà di collaborare.

Al momento l’unico Paese ad aver presentato il Pnrr con l’aggiunto del RePower è l’Estonia. Helsinki ha ottenuto il sì dell’Ue per una modificata legata al diverso massimale di risorse Ue, visto l’aggiornamento del Pil finlandese. Berlino ha incassato il sì per la modifica di due misure del Pnrr. La partita per il governo entrerà nel vivo ad aprile e si incrocia con il negoziato con l’Ue sul nuovo dl Pnrr. La transizione green, soprattutto dopo il varo della strategia Net-Zero da parte di Ursula von der Leyen, a Bruxelles resta la stella polare.

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