Le tappe salienti del nuovo “sex-gate” che vede coinvolto l’ex presidente USA, Donald Trump e la pornostar Stormy Daniels
È arrivato il fatidico giorno della verità per l’ex presidente americano Donald Trump. Il primo a finire sotto inchiesta penale per il caso della pornostar Stormy Daniels. New York è blindata al momento e a breve il repubblicano si troverà in tribunale e ascolterà le accuse a suo carico. Subito dopo l’udienza il procuratore di Manhattan Alvin Bragg terrà una conferenza stampa.
Trump-Stormy: le tappe salienti
Tutto inizia nel luglio del 2006: il loro primo incontro ad un torneo di golf in Nevada. I due finiscono subito a letto, secondo quanto raccontato dall’attrice hard nel 2018. Lei aveva 27 anni, lui 60 e Melania aveva appena partorito. La storia continua per un anno, con il tycoon che promette a Daniels una parte nello show Celebrity Apprentice, di cui era la star.
Leggi Anche
Nel 2011, Daniels rilascia un’intervista sulla sua relazione con il tycoon alla Cbs ma non va in onda a seguito delle minacce di querela da parte di Michael Choen, all’epoca l’avvocato ‘pit bull’ di Trump. Poche settimane dopo, ha rivelato l’attrice porno, fu minacciata da un uomo che le disse di lasciar stare il repubblicano e dimenticare la storia.
Altra tappa fondamentale è nel 2016: il 19 luglio Trump ottiene la nomination repubblicana per la Casa Bianca e nell’agosto – settembre dello stesso anno, l’avvocato Cohen raggiunge un accordo con David Pecker, presidente e ceo della società che controlla il tabloid National Enquirer, per seppellire l’intervista dell’ex coniglietta di playboy Karen McDougal su una storia analoga con Trump nel 2006-2007. Ad ottobre poi – pochi giorni prima delle elezioni, Cohen versa 130 mila dollari all’avvocato di Daniels per assicurarsi il suo silenzio sull’affaire. L’8 novembre 2016 Trump viene eletto presidente.
Il 12 gennaio 2018 il Wall Street Journal rivela l’accordo ma Cohen nega di essere stato rimborsato e che fossero fondi legati alla campagna elettorale. Il 6 marzo invece, Daniels fa causa per annullare l’accordo perché non è firmato da Trump, che si dice all’oscuro del pagamento – ma il mese dopo il suo avvocato Rudy Giuliani ammette il rimborso. Si arriva poi al 9 aprile: l’FBI perquisisce case e ufficio di Cohen, che il 21 agosto si dichiara colpevole di otto capi d’accusa, tra cui il pagamento a Daniels e McDougal. Il 12 dicembre viene condannato a tre anni. Nell’agosto del 2019 parte l’offensiva del procuratore Cyrus Vance, che insieme a Mark Pomeranz riesce a incriminare l’ex responsabile finanziario della Trump Organization per frode fiscale.
Arriviamo a marzo 2022: i due procuratori lasciano con polemica, accusando il nuovo district attorney Alvin Bragg di non fare abbastanza per proseguire le indagini sul tycoon. Il 7 aprile Bragg assicura che le indagini restano attive. A gennaio 2023 Bragg convoca un gran giurì, che indaga sui soldi pagati a Daniels, e convoca come super teste Cohen mentre il 9 marzo Trump è invitato a testimoniare davanti al gran giurì ma declina. Il 18 marzo 2023 l’ex presidente profetizza sui social il suo imminente arresto e aizza i suoi alle proteste. Ed eccoci al 30 marzo 2023: Trump viene incriminato dal gran giurì.
© Riproduzione riservata