I ministri Lollobrigida e Sangiuliano hanno portato a termine un percorso iniziato nel 2020 ed hanno proposto la “cucina italiana, tra sostenibilità e biodiversità” a patrimonio immateriale dell’umanità. I segreti e le ragioni per cui rappresenta un tesoro culturale da tutelare
Il governo ha candidato la cucina italiana come patrimonio dell’umanità Unesco per il 2023. Nel dossier è stato messo in luce il valore culturale di una delle tradizioni gastronomiche più famose e apprezzate al mondo. La cucina italiana, infatti, rappresenta un tesoro culturale che va al di là del semplice aspetto culinario, poiché riflette la storia, la geografia, le abitudini e la creatività del popolo italiano.
Al progetto iniziato nel luglio del 2020 hanno dato il loro contributo cuochi di prima grandezza quali Bottura, Cracco e Cannavacciuolo, e un comitato scientifico che ha incluso il presidente dell’Accademia Italiana di Cucina il prof. Paolo Petroni, che ha materialmente scritto il dossier. Anche grazie a questi ambasciatori la cucina italiana è una delle più conosciute e apprezzate al mondo: sapori autentici, grande varietà dei suoi piatti e creatività dei suoi cuochi.
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A curare e scrivere il dossier è stato il professor Pier Luigi Petrillo che già aveva lavorato alle candidature Unesco della “Dieta mediterranea” e “Pizzaiuoli napoletani”. Nel dossier di presentazione la cucina italiana è rappresentata come una pratica sociale fatta di riti e gestualità. Alla base i saperi di comuni e contrade che sfuggono ad ogni forma di gerarchia, dove le persone associano il pasto alla condivisione e al confronto.
Prime dichiarazioni all’insegna dell’ottimismo
In questo lungo percorso di valutazione, che presumibilmente si concluderà a fine 2025, l’intero Paese è chiamato a dare il massimo sostegno all’iniziativa. È il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi a ribadire che «ci aspettano due anni in cui dovremmo promuovere il nostro cibo in Italia e nel mondo e ci auguriamo che possa vedere una partecipazione collettiva». Si occuperà di trasmetter il dossier all’Unesco il nostro Ministero degli Esteri.
Per il ministro Francesco Lollobrigida la cucina italiana è senza rivali. Gli fa eco il ministro Sangiuliano, secondo il quale «ci sarà tutto il sostegno, perché cucina italiana significa promuovere l’idea di qualità della vita e del vivere italiano che è fatto di arte, di cultura, di paesaggi, di monumenti, ma anche di esperienze come quelle delle eccellenze alimentari».
Secondo la Federazione Italiana Cuochi la candidatura «darà ancora maggiore lustro alla cultura enogastronomica italiana e alla dieta mediterranea, universalmente riconosciuta come stile di vita più sano al mondo». Anche Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio di Tutela del pomodoro di Pachino IGP, si esprime a favore dell’iniziativa sottolineando come il nostro Paese abbia «avuto l’intuizione di abbinare la forte capacità attrattiva della nostra lunga tradizione enogastronomica a quella dell’immenso patrimonio culturale italiano».
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