Le voci pro e contro la riforma fiscale: tutte le ragioni

Red
4 Min di lettura

Flat tax, Irpef, Irap: chi è a favore e chi no. Imprese promuovono compliance. I sindacati puntano al cuneo fiscale

I sindacati hanno già espresso la loro netta contrarietà, Confindustria ha invece promosso alcune delle misure fondamentali. Il Pd ha già bocciato, con il presidente Stefano Bonaccini, l’idea della flat tax, ma artigiani e commercianti non disdegnano il riordino dell’Iva e la spinta alla compliance. Le voci pro e contro la riforma fiscale spaccano le parti sociali e la politica. Eccone le ragioni fondamentali.

Flat tax, obbiettivo della maggioranza

Le due parole hanno dietro un’ideologia di fondo e per questo la tassa piatta è uno dei punti che più divide destra e sinistra, governo e sindacati. L’esecutivo, spalleggiato compattamente da tutta la maggioranza, punta a raggiungerla entro l’arco della legislatura per tutti, dipendenti compresi. Ma per la Cgil rappresenta la negazione del principio costituzionale della progressività delle imposte. Per il M5S si tratta invece di un obiettivo irrealizzabile, con costi “mostruosi” e un forte rischio di iniquità.

3 scaglioni Irpef

Il passo da compiere nell’immediato prima dell’estensione della flat tax non convince affatto il Pd. Per Maria Cecilia Guerra, ex sottosegretario al Mef, meno scaglioni equivalgono a meno progressività per le classi di reddito più ricche, finanziata peraltro “con meno detrazioni di cui già in parte non godono”. La Uil insiste piuttosto sul taglio del cuneo fiscale per alzare i salari. Nel programma elettorale di FdI era nominato un taglio di 5 punti da raggiungere in 5 anni, nella delega non viene però esplicitato, dando priorità appunto al taglio dell’Irpef.

Addio all’Irap e Ires a due aliquote

L’idea alle imprese piace. Il presidente di Confidustria, Carlo Bonomi, ha parlato di una riforma che va nella giusta direzione citando proprio l’eliminazione dell’imposta regionale, la revisione dei regimi d’interessi passivi e la detassazione del reddito d’impresa rispetto agli investimenti. La delega prevede infatti un’Ires più bassa per i redditi destinati a creare occupazione e investimenti.

Compliance e semplificazione

Uno degli slogan scelti da Palazzo Chigi per definire l’impostazione della riforma è ancora una volta ‘fisco amico’. L’obiettivo è quello di alleggerire gli adempimenti, di digitalizzarli, di dare spazio alle dichiarazioni precompilate e di favorire l’adempimento spontaneo. Commercianti e artigiani sono a favore. I proprietari immobiliari di Confedilizia plaudono invece alla cedolare secca sugli immobili non commerciali.

Evasione e sanzioni

Il rafforzamento della lotta all’evasione è uno degli obiettivi fondamentali, anche perché è da lì che il governo punta ad ottenere gran parte delle risorse necessarie per finanziare la riforma. Lo stop alle sanzioni penali in caso di accordo con il fisco potrebbe però essere letto in direzione opposta. Alleanza Verdi e Sinistra parla non a caso già di “condoni”.

Il metodo

Aver convocato le parti sociali a cose fatte e non preventivamente, durante la stesura della delega, è la scintilla che ha scatenato al Cisl, finora più distaccata rispetto alla linea aggressiva di Cgil e Uil. Il segretario Luigi Sbarra ha parlato di mobilitazione ed è stato invitato da Maurizio Landini a creare un fronte unitario insieme alla Uil.

© Riproduzione riservata

Condividi questo Articolo