Migranti, l’Ong: “Tre navi sul posto”. Il piano di Calenda in 7 punti

Olimpia Gigliotti
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47 migranti alla deriva, l’aggiornamento di Alarm Phone: tre navi mercantili sul luogo dell’emergenza. Il leader di Azione: “Rafforzare gestione flussi e relocation”

“Non restituirli forzatamente a #Libya!”. Questo l’ultimo grido di allarme che giunge dalla Ong Alarm Phone, in riferimento al barcone con 47 migranti alla deriva da sabato nel Mediterraneo. Nel tweet si aggiunge: “Ora ci sono tre navi mercantili sul luogo dell’emergenza, l’Atlantic Nord e la Basilis I. Non sappiamo se stiano effettuando un’operazione di salvataggio perché abbiamo perso il contatto con la barca. Ripetiamo: non restituirli forzatamente a #Libya!”.

L’allerta di Alarm Phone: il primo tweet alle 7.48 di sabato

Il primo tweet di allerta dell’ong è partito nella mattina di sabato, alle 7.48: “47 vite a rischio! […] Richiesto salvataggio immediato”, ma, successivamente, l’ong denunciava: “Più di 24 ore dopo il nostro avviso iniziale alle autorità, sono esausti e ancora in mare, a combattere il vento e le condizioni meteorologiche avverse” mentre “la cosiddetta guardia costiera libica ci ha detto che le autorità italiane avrebbero coordinato i soccorsi ma non danno alcuna informazione. Le persone devono essere salvate e portate in salvo in Europa ora”.

Pressing sull’Europa, Tajani: “L’Italia non può essere lasciata sola”

La premier Giorgia Meloni è in pressing sull’Europa per la gestione dei flussi di migranti sulle rotte dalla Turchia e dalla Tunisia, in vista della riunione del 22-24 marzo. Intervenendo durante la trasmissione ‘Il caffè della domenica’ su Radio24, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato: “La situazione è preoccupante, l’Ue deve accorgersene: l’Italia non può essere lasciata sola”. Con i suoi 7 mila chilometri di coste, “sono 7 mila chilometri di frontiera meridionale europea”.

Con la situazione internazionale che peggiora, “l’Italia dovrà affrontare altre ondate”, ha aggiunto il ministro ricordando il sisma in Turchia e Siria, la situazione in Palestina, quella nei grandi laghi del Congo, nella regione sub-Shariana, e la crisi in Tunisia. “Abbiamo posto la questione all’ordine del giorno nel consiglio dei ministri degli Esteri e quello dei ministri della Giustizia”, ha ricordato Tajani sottolineando che “la lettera della presidente della commissione Ursula von der Leyen va nella direzione di un supporto, anche economico” all’Italia. 

Il piano straordinario di Calenda: gestione flussi e relocation

“Quello che sta accadendo nel Mediterraneo configura una primavera e un’estate di esodo verso l’Italia. Occorre mettere in piedi, insieme all’Ue, subito, un piano straordinario di rafforzamento delle strutture di gestione dei flussi e relocation. Altrimenti verremo travolti”. Lo scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda che aggiunge: “Questo piano deve innanzitutto fondarsi su previsioni realistiche su rotte, provenienze e status. E deve prevedere: 1) rafforzamento del presidio nei paesi di provenienza e transito; 2) accordi di rimpatrio negoziati dalla UE; 3) valutazione adeguatezza dotazioni Guardia costiera. E ancora: 4) Nuovi centri di accoglienza e transito; 5) accordo per relocation in paesi UE prima dell’attribuzione dello status (migrante/rifugiato); 6) nuovi Sprar; 7) agenzia per l’immigrazione per governare i processi di cui sopra, provvisoriamente appoggiata alla protezione civile”. “Come opposizione – dice ancora Calenda – possiamo continuare a discutere del (triste) Karaoke di Meloni e Salvini o perderci nella retorica dei gesti simbolici sperando nel tanto peggio tanto meglio. Noi proporremo al governo un piano strutturato e lo marcheremo stretto sulla sua realizzazione”.

Schlein: “Riscrivere la pessima Bossi-Fini”

Dal fronte dell’opposizione si è levato, nel frattempo, il vento della protesta. Dal Centro congressi “La Nuvola” di Roma, la segretaria del Partito democratico Elly Schlein parla di “scelte inumane” del governo. Nel corso del suo intervento all’Assemblea nazionale del Pd, Schlein ritorna sul tema delle migrazioni: “Dobbiamo fare una nuova politica”, afferma. “Non rifinanzieremo mai più la Guardia costiera libica – aggiunge –, perché viola i diritti fondamentali. Dobbiamo riscrivere quella pessima legge che porta i nomi di Bossi e di Fini, e dobbiamo prevedere regole legali e sicure per l’accesso”.

Boldrini: “Ciò che fa il governo è imperdonabile”

Per Laura Boldrini, senatrice del Pd, quanto accade al largo delle coste “è imperdonabile”. “Una imbarcazione da oltre 24 ore lasciata alla deriva nelle acque libiche. Le persone sono disperate. Se nessuno va a soccorrere, il risultato è scritto: altri morti. Le Ong sono utili a riempire questo vuoto, impedirgli di operare, come fa il governo Meloni, è imperdonabile”, scrive in un tweet.

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