L’ammiraglio Carlone difende il Corpo dopo le polemiche divampate in questi giorni: “Nel 2022 abbiamo salvato sessantamila persone, con un impegno che va oltre l’ordinario”
La Guardia Costiera non ci sta e replica alle tante accuse piovute sul Corpo in questi giorni, dopo il naufragio di Cutro. A rispondere è il comandante generale del corpo delle Capitanerie di porto, l’ammiraglio Nicola Carlone, che ha pubblicato un intervento sul sito ufficiale della Guardia Costiera.
“Alla responsabilità del soccorso verso chi è in pericolo in mare la Guardia costiera italiana non si è mai sottratta e mai si sottrarrà. Lo dicono le nostre azioni e lo dicono le circa 60 mila persone salvate nel 2022, risultati inarrivabili che rendono il senso di un impegno, il vostro, che va ben oltre l’ordinario. Proprio oggi l’ultimo intervento: salvati in 38 – insieme alla Guardia di finanza – che erano naufragati al largo di Lampedusa su un barchino partito dalla Tunisia”.
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L’ammiraglio, nel suo messaggio, non entra nel merito delle decisioni prese dalla catena di comando che ha gestito la segnalazione del caicco partito dalla Turchia in occasione della tragedia di Cutro. “A voi – scrive Carlone riferendosi ai colleghi – il compito di continuare a lavorare con professionalità e determinazione, e fare ciò che ha reso il Paese orgoglioso di voi. A me quello di valorizzare, proteggere e rafforzare l’identità della Guardia costiera, che ha nella funzione del soccorso marittimo un pilastro essenziale del nostro agire. In questi momenti difficili – sottolinea – non deve, tuttavia, mai venire meno la consapevolezza dell’inestimabile patrimonio costituito dalla nostra tradizione, professionalità e competenza, frutto non solo di 158 anni di storia valorosa ma anche di imprese recenti, di vite strappate alla morte e al pericolo, di lavoro quotidiano a favore del Paese. Un patrimonio che, come ricordato dal nostro ministro – aggiunge – onorate ogni giorno con il sacrificio e la dedizione nel vostro impegno, al servizio della collettività e dello Stato, per rispondere alle nuove sfide della sicurezza in mare con sempre maggiore coraggio e professionalità”.
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