Alla Sapienza l’evento sullo scrittore francese, mente della Recherche: viaggio in un tempo che diventa di tutti
Far sopravvivere i classici della letteratura è la perenne sfida della modernità. Ci sono testi che nascono da un momento e uno spirito determinato e sviluppano poi la capacità di penetrare il Tempo in tutte le sue epoche e arrovellamenti. Continuano a parlarci una lingua comprensibile, ma il carattere di eternità che affibbiamo ai classici non è scontato. Ai lettori – che leggono, rileggono, non leggono, abbandonano o ricominciano con caparbietà – il compito di strappare certi testi dall’oblio postmoderno.
Proust torna in Sapienza
“Proust oggi” è il tema del dialogo avvenuto all’università Sapienza di Roma, in collaborazione con l’università Roma Tre e l’Osservatorio di Studi umanistici, in un evento organizzato dagli insegnanti Lorenzo Geri, Marco Grimaldi, Paolo Rigo e alla presenza di Paolo di Paolo, scrittore vincitore del premio Viareggio, di Ilaria Gaspari, filosofa, autrice e podcaster, e Gianluigi Simonetti, insegnante di letteratura italiana contemporanea all’università di Losanna, podcaster e divulgatore.
La Recherche: un libro attuale
Il tempo, in tutte le sue caleidoscopiche rappresentazioni, dal tempo vuoto dell’infanzia al tempo sfuggente del presente, è al centro della Recherche, il classico novecentesco scritto dal francese Marcel Proust. “Per me – afferma il professor Gianluigi Simonetti – è un romanzo sui desideri. E soprattutto sui desideri sbagliati, sulla vita non vissuta, sulla vita che non abbiamo capito e che va riportata alla luce attraverso la letteratura”. “È un libro lungo, attuale, devastante – prosegue – “prodotto da un uomo intelligente che diffidava dell’intelligenza. È ancora necessario portare quest’opera complessa, ma fondamentale, al pubblico”.
Per scalare le pagine proustiane occorre pazienza e l’attitudine a saper abitare le attese: “Il problema del libro sta nel suo inizio lento: bisogna dargli tempo – è l’ammonizione di Simonetti – Se arrivate al terzo o quarto libro, siete in paradiso. Poi c’è da leggere, rileggere, capirlo forse, lasciarsi bombardare”.
Proust: tenere insieme passato e presente
“Ho trovato in Proust l’autore che parlava il mio cuore” – così Ilaria Gaspari che racconta di aver incontrato l’autore francese a 19 anni – “Entrai in questo romanzo per spirito performativo e ci caddi dentro”. Per l’autrice, Proust è lo “scrittore che riesce a tessere insieme passato e presente. Trovavo in questo modo di raccontare – spiega – la possibilità di affrontare la mia ansia del cambiamento visto come tradimento”.
Proust è per i nostalgici, per chi vuole percorrere le strade del tempo andato che non sbiadisce. “È un libro enorme – ammette l’autrice – in cui ci si sente trasportati dalla generosità con cui si raccontano le minuzie della memoria. Rileggere significa capire che si è cambiati rispetto la prima volta. Tornarci implica sottolineare altre cose. Mi dà un senso di pace tornare alla lettrice che ero stata”.
Scalare la Recherche: una questione di disponibilità
Un testo maestoso, in cui è possibile ripercorrere i passi del tempo altrui e di cui si finisce per appropriarsene. Come iniziare? “Rendersi disponibile a quella lettura. Sembrerà la cosa più naïve del mondo, ma è questo il punto”, così lo scrittore di “Lontano dagli occhi” Paolo di Paolo. “Ciò che può atterrire il lettore non è solo la lunghezza. I libri lunghi non fanno paura. Quelli che hanno vinto sono sempre stati i libri seriali, come Dickens o Balzac. Ferrante non fa paura. Non fa paura Tolkien. Non fanno paura saghe macroscopiche. È una questione di che grado di disponibilità siamo capaci di dare. È una trattativa che riguarda la singola frase, non il romanzo intero. Trattativa che sei disposto a fare con la sua sintassi”.
Vademecum per il lettore timoroso
“Non leggerla dall’inizio. Saltate quando vi va. Fatelo senza timore”, il primo consiglio del professor Simonetti. “Il lettore della Recherche è un lettore disposto ad arrendersi. Non mettetevi in competizione con Proust. Non ci provate. Perderete. La vostra visione della società e dell’amore verrà messa a dura prova, ma con effetti benefici. Anche il vostro romanticismo: prima verrà abbattuto completamente e poi ricostruito su basi più solida. La vita è orrenda, ma per fortuna c’è l’arte”.
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