Sanremo 2023, Antoniozzi vs Benigni: “Improbabile sacerdote”

Redazione
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La replica del vice capogruppo di Fratelli d’Italia sul monologo dell’attore sulla bellezza della Costituzione

Come si sono accese le luci all’Ariston, si accendono anche le polemiche. Benigni è stato ospite infatti nella prima serata e davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha elogiato – con il suo monologo – la bellezza della Costituzione. Seguono poi le polemiche, in particolar modo da Alfredo Antoniozzi di Fratelli d’Italia.

Il monologo di Benigni

Sanremo ha avuto l’onore di ospitare per la prima volta nella storia del festival il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una presenza storica che ha reso ancora più magica la “lettera d’amore”di Roberto Benigni alla Costituzione, alla libertà e alla pace.

L’attore da premio Oscar scherza rivolto a Mattarella: “Presidente, Amadeus è al quarto mandato, bisogna fermarlo, è un colpo di stato, si è montato la testa, vuole pieni poteri, sta organizzando la marcia su Sanremo”. Mattarella ride, applaude, si porta la mano sul cuore quando l’attore e regista rende omaggio, tra i padri costituenti, al padre Bernardo Mattarella.

Benigni celebra la Costituzione definendola: “Un’opera d’arte che canta la libertà e la dignità dell’uomo. L’articolo 11 bello come una poesia, l’Italia ripudia la guerra: se lo avessero adottato anche gli altri, non esisterebbe più la guerra sulla faccia della terra, nessuno Stato potrebbe invadere un altro Stato. E l’articolo 21, il pilastro di tutte le libertà “.

La polemica di Antoniozzi

Il monologo non ha conquistato il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia, Alfredo Antoniozzi che ha affermato: “La cosa più bella del festival Mattarella. Benigni improbabile sacerdote

“Vedere Il Capo dello Stato e ascoltare il nostro inno è stato emozionante. Per il resto abbiamo dovuto dare un cachet ricco a Roberto Benigni per ricordarci la bellezza di una Costituzione e di una libertà di pensiero che in Italia è stata difesa dalle forze moderate contro ideologie comuniste. Sarebbe stato meglio chiamare sul palco Sabino Cassese piuttosto che trasformare un comico in un costituzionalista” tuona infine Antoniozzi.

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