«Un bambino su tre soffre di obesità»: i dati allarmanti del Ministero della Salute

Redazione
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In totale circa 100mila bimbi coinvolti, con una netta prevalenza dei maschi (21%) sulle femmine (14%): è l’ultimo report di Helpcode

Tra i Paesi europei con il più alto tasso di obesità infantile figura l’Italia. L’ultimo report di Okkio alla Salute restituisce dei dati preoccupanti: su un campione di 50mila bambini in età scolare il 20,4% è obeso. «I numeri della malnutrizione infantile in Italia sono allarmanti emerge che un terzo dei bambini italiani nella fascia d’età 6-9 anni è obeso o in sovrappeso, per un totale di circa 100mila bambini, con una netta prevalenza dei maschi (21%) sulle femmine (14%), un problema sanitario dagli enormi costi sociali ed economici» è quanto emerge dall’ultimo report condotto da Helpcode.

Il questionario online

La Federazione Italiana Medici Pediatri, l’Istituto Giannina Gaslini e l’Università degli Studi di Genova, in collaborazione con l’Osservatorio dell’obesità infantile e Helpcode Italia, hanno prodotto un questionario online. Il test – diffuso dai pediatri alle famiglie assistite – mira a definire lo stato nutrizionale dei bambini italiani attraverso il rapporto tra le loro abitudini alimentari e il loro stile di vita.

L’obiettivo, sostiene Giuseppe di Mauro, è ottenere quante più informazioni possibili per studiare modalità atte a prevenire l’obesità infantile: «Riusciremo ad individuare i momenti critici della crescita in cui più frequentemente si manifesta l’obesità e potremo attuare specifici programmi di prevenzione».

Parla il presidente D’Avino

Secondo il presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Antonio D’Avino, «avremo anche la possibilità di conoscere quanto la dieta mediterranea sia seguita dai bambini italiani e quali siano le loro più frequenti “cattive” abitudini. La correzione dei comportamenti errati, attraverso programmi educativi innovativi da parte del pediatra di famiglia, potrà rappresentare la strategia vincente non solo per la riduzione dell’obesità infantile ma anche per la prevenzione di malattie croniche dell’età adulta». 

Per l’Organizzazione mondiale della sanità l’obesità è uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo, in particolar modo tra i bambini e i giovani.

Con il sopraggiungere della pandemia da Covid-19 – aggiunge Mohamad Maghine, direttore della clinica pediatrica Irccs Istituto Giannina Gaslini – c’è stato un aumento dell’obesità pediatrica, «in particolare, dati recenti dimostrano una variazione del Bmi che si è verificata tra i bambini americani tra i 5 e gli 11 anni (con un aumento di 1,57,) rispetto a (0,91 tra i) giovani di età compresa tra 12 e 15 anni e (0,48 rispetto) a quelli di età 16-17 anni». 

L’infezione da SARS-CoV-2 ha decisamente trasformato lo stile di vita e le abitudini alimentari di ognuno di noi, ha determinato un crollo delle attività fisiche e sportive favorendo un modo di vivere assolutamente più sedentario.

Diversi studi inoltre rilevano che l’obesità aumenta anche il rischio di complicanze e morte in persone affette da Covid-19.

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