La conferma arriva dal procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia. Nel covo del trapanese profumi e abiti griffati del boss che amava il lusso
Matteo Messina Denaro è stato trasferito nel carcere di massima sicurezza de L’Aquila. A confermarlo, il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, rispondendo a TgSky24.
L’istituto penitenziario abruzzese, dove sono ristretti oltre 100 boss della mafia, è dotato di un’ala dedicata ai reati di terrorismo (è ospitata anche Nadia Desdemona Lioce) di molte aree riservate per tenere il boss della mafia isolato
Leggi Anche
Molti criminali sono stati ospiti nel carcere dell’Aquila: a partire dai fratelli Graviano, Raffaele Cutolo, Leoluca Bagarella e Gianni Nicchi.
Un’enorme diffusione di forze per assicurare il trasferimento del detenuto dall’aeroporto da Pescara, da dove l’elicottero dei carabinieri è atterrato dopo il decollo da quello militare di Palermo, fino al supercarcere dell’Aquila.
Il covo del Trapanese era di Andrea Bonafede
L’appartamento di Campobello di Mazara, ovvero, il covo di Matteo Messina Denaro, secondo i primi accertamenti risulterebbe di proprietà di Andrea Bonafede, l’alias che il boss utilizzava anche per curarsi alla clinica privata “La Maddalena” di Palermo, la stessa dove ieri è stato arrestato.
Andrea Bonafede, secondo fonti giudiziarie, è iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di favoreggiamento aggravato.
Le indagini, coordinate dal procuratore Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, hanno condotto i carabinieri a Campobello di Mazara, di cui è originario l’autista, accusato di favoreggiamento, Giovanni Luppino, un commerciante di olive incensurato, arrestato insieme al superboss.
Gli investigatori – coordinati dalla procura di Palermo – da subito avevano avviato perquisizioni, a partire anche dall’automobile utilizzata da Messina per raggiungere la struttura sanitaria, allo scopo di scovare elementi utili per raggiungere il covo. I magistrati e gli inquirenti, nel corso della conferenza stampa, avevano affermato che Messina Denaro “proveniva dal suo territorio”. Per questo motivo le ricerche si erano concentrate in particolar modo sulla zona di Campobello di Mazara, vicino al paese dell’ex superlatitante.
Nel covo, profumi e abiti griffati
Nessun arma trovata nel covo. Si tratta di una abitazione in una palazzina a cui gli investigatori – coordinati dal procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido – sono arrivati ieri a tarda sera. Al suo interno rinvenuti profumi e abiti griffati del boss che amava il lusso, (quando è stato arrestato portava un orologio da 35 mila euro).
Gli investigatori cercano elementi sui documenti ‘segreti’ di cosa nostra e elementi per individuare la rete di fiancheggiatori e favoreggiatori di Messina Denaro. La procura della repubblica di Palermo ha posto i sigilli sull’appartamento di via Cb31, nel paese vicino a Castelvetrano. Sul posto gli investigatori del Ros, mentre quelli del Ris di Messina effettueranno i rilievi scientifici.
© Riproduzione riservata