Taglio del cuneo fiscale, Confindustria: «Compenserà aumento delle bollette»

Redazione
3 Min di lettura

Il presidente Carlo Bonomi lancia la proposta: riduzione da 16 miliardi, per due terzi a favore dei dipendenti. Il risparmio è di 1.223 euro per il lavoratore e 612 euro per il datore di lavoro

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi durante l’incontro con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, spiega come far avere più soldi in tasca agli italiani attraverso.

Il taglio, proposto da Confindustria da 16 miliardi di euro, avrebbe impatto per due terzi a favore dei lavoratori (10,7 miliardi) e per un terzo a favore dei datori di lavoro (5,3 miliardi). Considerando una retribuzione lorda da 35mila euro, il taglio del cuneo fiscale, garantirebbe una riduzione dei contributi da 1.223 euro a favore dei lavoratori dipendenti e da 612 euro per i datori di lavoro. 

Una strada da perseguire secondo Confindustria.

Il presidente Bonomi sottolinea: «La linea non è quella della detassazione degli aumenti. Ragioniamo sui numeri, basta slogan».

Con il taglio, l’aliquota contributiva si riduce di 5,24 punti percentuali: 3,49 a favore del lavoratore e 1,75 per il datore di lavoro. Confindustria, nella sede nazionale di Roma a viale dell’astronomia ha effettuato diverse simulazioni. Se ad esempio la retribuzione annua lorda corrisponde a 20mila euro, il cuneo contributivo si riduce complessivamente di 1.048 euro. Di conseguenza, il lavoratore avrà 699 euro di risparmi, di cui 160 euro già scontati per via della mini-decontribuzione di quest’anno, mentre, il datore di lavoro risparmierà 349 euro.

Il risparmio aumenta in modo proporzionale all’aumentare del reddito: a 35mila euro di retribuzione lorda il cuneo contributivo si riduce complessivamente di 1.853 euro.  

Taglio del cuneo per compensare il caro bollette e ridurre il divario con gli altri paesi 

Secondo la proposta di Confindustria tale progetto servirebbe a compensare, almeno parzialmente, l’aumento delle bollette di elettricità e gas dato che nel periodo compreso tra il primo luglio 2021 e il 30 giugno 2022, è previsto un aumento di 1.116 euro rispetto ai 12 mesi precedenti. Inoltre, il taglio contribuirebbe a ridurre il divario tra il cuneo italiano e quello dei principali paesi europei.

Nel 2020 il cuneo in Italia era pari al 46,0% del costo del lavoro, tra i più elevati nell’area dei paesi avanzati. La media nei paesi Ocse è di 34,6%. Secondo Confindustria la riduzione, se estesa a tutti i dipendenti, garantirebbe una diminuzione portando la differenza a 42,9%, avvicinandolo di conseguenza a quello medio nell’eurozona che è di 41,7%.

Se il taglio, poi, prendesse in considerazione i redditi fino a 35mila euro allora il cuneo sarebbe ridotto a 40,8%, al di sotto della media nell’eurozona.

© Riproduzione riservata

Condividi questo Articolo