Italia, a che punto sono le rinnovabili?

Redazione
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Bisogna far presto, la temperatura media del Mediterraneo presenta un +0,5 C in 25 anni. Trend invertito, ma un cavillo del decreto aiuti rallenta i tempi delle imprese eoliche

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica nel 2022 ha già autorizzato più di 7 gigawatt di nuove fonti rinnovabili e ne autorizzerà altre prima della fine dell’anno.

“È solo un punto di partenza, che inverte un trend negativo”, commenta il ministro Gilberto Pichetto. A breve, annuncia, uscirà un decreto sull’idrogeno, per assegnare 3,2 miliardi del Pnrr. Ma l’Anev denuncia che un cavillo nel Decreto Aiuti sta bloccando i nuovi progetti sull’eolico. Di sicuro, sulle rinnovabili bisogna fare presto: l’Enea rivela che negli ultimi 25 anni la temperatura media nel Mediterraneo è aumentata di ben mezzo grado.

La corsa agli obiettivi climatici

Le Commissioni Via-Vas del Ministero dell’Ambiente e la Commissione tecnica Pniec-Pnrr hanno autorizzato, dal primo gennaio a metà dicembre del 2022, 7,1 gigawatt di nuovi progetti di energia rinnovabile sul territorio nazionale. È stata superata, già a metà del mese di dicembre, la soglia dei 7 gigawatt di potenza che si prevedeva di raggiungere entro la fine del 2022. Il Presidente delle Commissioni, Massimiliano Atelli, precisa che sono previste sino a fine 2022 altre 3 sessioni plenarie, per valutare ulteriori progetti.

Sono 43, per 2,7 gigawatt di potenza nominale o di picco, i pareri favorevoli relativi a progetti eolici emessi dalla Commissione Via-Vas, mentre 104, per 4,4 gigawatt, quelli prodotti dalla Commissione Pnrr-Pniec: 56 di questi riguardano l’agrivoltaico, 14 il fotovoltaico, 31 l’eolico e 3 i pompaggi.

Il ministro ha aggiunto: “Partendo dai dati di quest’anno, dobbiamo fare di più, per raggiungere gli obiettivi climatici ed economici che ci siamo posti”, e annuncia: “Presto ci sarà il decreto per individuare gli interventi del Pnrr sull’idrogeno”, per il quale “sono previsti 3,2 miliardi di euro”. Ma la marcia delle rinnovabili è tutt’altro che trionfale.

Un cavillo del Decreto Aiuti rallenta i tempi

L’Anev, l’associazione delle imprese dell’eolico, denuncia all’ANSA che un cavillo inserito a luglio nella legge di conversione del Decreto Aiuti sta di nuovo bloccando le autorizzazioni per le nuove pale. È stato previsto che i progetti, prima di essere sottoposti alla Valutazione di impatto ambientale presso il Mase, devono passare una verifica archeologica da parte del Ministero della Cultura. E questo nonostante in sede di Via sia già previsto il controllo da parte del Mic. Un passaggio ulteriore che sta allungando i tempi, e rischia di bloccare di nuovo i progetti. Quella che non rallenta invece è la crisi climatica, alimentata dalle emissioni di gas serra delle attività umane.

I numeri dell’emergenza climatica

L’Enea ha rivelato oggi che nell’ultimo quarto di secolo, nel Mediterraneo la CO2 è aumentata da circa 365 a circa 420 parti per milione (+15%), il metano da circa 1825 a 1985 parti per miliardo (+9%), mentre la temperatura media è aumentata di circa 0,5 C, insieme alla frequenza ed intensità delle ondate di calore.

“Prima della rivoluzione industriale, il contenuto atmosferico di CO2 si attestava intorno alle 280 parti per milione, mentre nel 1992, quando abbiamo iniziato le misure dell’anidride carbonica all’Osservatorio climatico di Lampedusa, erano circa 350 parti per milione”, evidenzia il ricercatore Alcide di Sarra. Ad oggi, abbiamo registrato 420 parti per milione, con un incremento fortissimo negli ultimi 25 anni, pari a circa il 15%, e un tasso di crescita annuale che è passato da 1,7 ppm/anno a circa 2,6 ppm/anno”. 

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