Italia e Algeria: comitato bilaterale col gigante africano che non smette di guardare a Mosca?

Francesco Serra
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La sicurezza dell’Italia non può che passare da una difesa del Mediterraneo

In un clima particolarmente disteso e piacevolmente partecipativo è andato svolgendosi il 13simo comitato bilaterale fra Italia ed Algeria all’indomani della mancata esercitazione militare antiterrorismo con la Russia che ha destato non poca sorpresa e grande compiacimento di tutti i maggiori Decision Maker Occidentali.

I lavori del Comitato bilaterale tra Italia ed Algeria tenutisi il 30 Novembre scorso a Palazzo Guidoni, già sede del Segretariato generale della difesa e direzione nazionale degli armamenti, conferma i rapporti idilliaci fra i nostri paesi e soprattutto la volontà per entrambe di cooperare e collaborare in un’ottica strategica e geopolitica.

Dalle dichiarazioni rese dal Generale di Corpo d’armata Luciano Portolano, Segretario Generale della difesa e Direttore nazionale degli armamenti, traspare il clima di grande intesa e comunione d’intenti circa i temi della cooperazione nel campo dei materiali e degli equipaggiamenti militari, con particolare riferimento anche allo sviluppo dei rispettivi comparti industriali della difesa.

L’Alto Ufficiale ha ribadito altresì l’importanza del Paese nordafricano quale partner strategico del fianco sud dell’Europa e della Nato, soprattutto alla luce delle correnti dinamiche internazionali che si inseriscono in quel quadro generale contraddistinto dalle sfide nonché dalle minacce legate all’invasione russa dell’Ucraina.

Da ciò quindi se ne deduce che l’Italia, come già detto illo tempore, proprio dalle colonne di questo giornale, non può fare a meno dell’Algeria per quel che concerne il primato geoenergetico che quest’ultima ha conquistato divenendo la principale Capofila del Nord Africa. La sicurezza dell’Italia, sotto un profilo squisitamente energetico e conseguentemente geopolitico non può che passare da una difesa del Mediterraneo, in principal modo di quello Algerino, fondamentale in un’ottica di sicurezza marittima, territoriale e mai come adesso “cibernetica”.

E tuttavia l’Algeria ha bisogno di accreditarsi nei contesti internazionali che contano, soprattutto quelli occidentali, anche passando da rapporti di buon vicinato e di partenariato economico con il Bel Paese.

Peculiare e gioioso accaloramento è stato promosso allorquando si è rimarcato il grande risultato proveniente dalla Joint Venture tra Leonardo ed EPIC/EDIA (Etablissement Public De Caractère Industriel Et Commercial / Etablissement De Developpemoent Des Industries Aeronautiques) a Setif in Algeria. Non a caso, sempre il Generale Portolano ha evidenziato, confermando le iniziali premesse, la grandissima opportunità di imprimere il massimo impulso a quest’attività, per far sì che diventi un importante punto di partenza per future collaborazioni industriali nel settore della produzione di elicotteri.

Difatti, meticolosa attenzione è stata posta sugli impegni assunti dallo Stato Algerino con Leonardo, l’azienda di Stato italiana attiva nel settore della difesa, sicurezza ed aerospazio circa la finalizzazione degli accordi di base, tra i quali l’importante ordine dei primi 7 elicotteri AW-139, che potrebbe concretizzarsi entro il primo semestre del 2023.

Dai tempi di Mattei, l’Italia e l’Algeria sono legate da solidi rapporti di amicizia e da una importante collaborazione bilaterale in molti campi, tra cui quello della Difesa.

Ma la notizia più interessante è quella data dal Presidente algerino nonché ministro della Difesa Abdelmadjid Tebboune sulle esercitazioni militari congiunte antiterrorismo con la Russia che, secondo alcune ricostruzioni di stampa, si sarebbero tenute a novembre al confine con il Marocco, ma che non hanno avuto luogo.

Ebbene la notizia non è passata inosservata soprattutto ai principali attori geopolitici occidentali, principalmente agli Stati Uniti, vedendo quindi di buon occhio la scelta del Gigante africano di non attivarsi nelle esercitazioni militari con la Russia di Putin e intavolare specifiche conversazioni e ragionamenti, soprattutto economici e sicuritari, con l’Italia quale principale partner degli USA e forse chiave di volta per accreditarsi, una buona volta, ai tavoli globali che contano.

Che la storia della voluta, mancata esercitazione militare sia una delle mosse più intraprendenti  dell’Algeria di accattivarsi la NATO e il mondo occidentale tutto oppure in questa scelta c’è un obiettivo diplomatico per garantire nel lungo periodo una credibilità perduta della Russia a causa del conflitto in Ucraina??

L’Italia deve ben ragionare su questo, ancor di più sul ruolo che vuole e vorrà assumere nei prossimi tempi. Perché ora più che mai, in Europa e oltreoceano, c’è bisogno vitale d’Italia.

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