Papa Francesco apre al viaggio in Ucraina

Redazione
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Invitato a Malta per un convegno sui migranti, il Pontefice ha catechizzato sul ripudio della guerra e aperto alla possibilità di raggiungere Kiev 

Torna a parlare Papa Francesco, interpellato a margine di un viaggio diplomatico a Malta. Il Pontefice si è espresso in merito alla questione ucraina, ribadendo la sua ferma condanna alle azioni belliche aprendo, inoltre, ad una possibilità. 

Umanità infantile e viaggio in Ucraina

Papa Francesco è tornato a denunciare la mostruosità della guerra in Ucraina ricordando le parole di Giorgio La Pira che denunciava «l’infantilismo dell’umanità» sostenendo che quell’infantilismo «riemerge profondamente nelle seduzioni dell’autocrazie e degli imperialismi».

Il Pontefice ha invocato, inoltre, l’adozione di «una misura umana davanti all’aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una guerra fredda allargata che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni». Alla domanda dei cronisti, che gli chiedevano di un suo possibile intervento direttamente a Kiev, ancora sotto assedio, ha ribattuto che «il viaggio in Ucraina è un’opzione che stiamo valutando, è sul tavolo».

Migranti e cooperazione internazionale 

Parole forti sono state usate anche per invitare all’accoglienza ed al sostegno dei migranti che ogni giorno attraversano il Mediterraneo.

Bergoglio, dopo aver ringraziato Malta per l’accoglienza ricevuta, ha richiamato al senso di dovere e responsabilità, da parte dei governi nazionali, affinché si agisca in modo uniforme poiché «non possono alcuni Paesi sobbarcarsi l’intero problema nell’indifferenza di altri! E non possono Paesi civili sancire per il proprio interesse torbidi accordi con malviventi che schiavizzano le persone».

Superare la paura del “diverso” e aprirsi all’accoglienza 

Intervento concluso con un appello rivolto alla comunità «Aiutiamoci a non vedere il migrante come una minaccia e a non cedere alla tentazione di innalzare ponti levatoi e di erigere muri. L’altro non è un virus da cui difendersi ma una persona da accogliere – ha poi chiosato – è impellente la necessità di superare la narrazione timorosa di invasioni e differenze troppo ampie». 

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