Tutto Twitter a pagamento? Ecco la nuova idea di Elon Musk

Martina Onorati
3 Min di lettura

L’idea di un paywall si affianca a quella (che sembra più concreta) di un nuovo processo di verifica dell’utente attraverso il suo servizio in abbonamento Twitter Blue (al costo di 8 dollari al mese)

Tutto Twitter a pagamento, bloccato da un paywall dinamico. La nuova idea di Elon Musk sembra essere proprio quella di far pagare tutti gli utenti iscritti sulla piattaforma, non solo quelli con le spunte blu – come aveva già precedentemente annunciato. L’uomo più ricco al mondo sembra così essere alla disperata ricerca di un metodo per monetizzare l’attività della piattaforma e rientrare così dell’investimento da 44 miliardi di dollari, necessario a portarne a termine l’acquisizione.

Fuga degli inserzionisti e calo del fatturato

Secondo il sito Platformer, che ha riportato il progetto, non è chiaro quanto possa essere concreto il piano e se l’idea possa essere portata a terra in tempi brevi. 

Fatto sta che Musk e quel che rimane del social dell’uccellino blu (dopo i pesanti licenziamenti) si trovano a dover fare i conti anche con la fuga degli inserzionisti, paventati da quel che potrebbe accadere. Tutto questo, dunque, si traduce in un calo del fatturato. “Perde 4 milioni di dollari al giorno”, aveva scritto qualche giorno fa Musk, poco prima di licenziare metà dei 7.500 dipendenti.

A finire nel mirino sono soprattutto le modifiche apportate alle regole per la moderazione dei contenuti: si rischia così un il proliferare di fake news e post controversi.

L’idea del Paywall 

L’idea di un paywall, barriera di pagamento digitale, si affianca a quella (che sembra più concreta) di un nuovo processo di verifica dell’utente attraverso il suo servizio in abbonamento Twitter Blue. In una conversazione sulla piattaforma, il patron di Tesla ha affermato che darà “potere alle persone” offrendo la verifica tramite Twitter Blue a 8 dollari al mese, e che i partecipanti avranno la priorità in menzioni, risposte e ricerche, riceveranno la metà degli annunci pubblicitari e saranno in grado di twittare video e audio lunghi.

Dal nuovo CEO e dal suo entourage, al momento, non sono giunte conferme né smentite in merito alla voce di corridoio. Non è difficile comunque immaginare come una cosa del genere possa accelerare l’”esodo” verso altre piattaforme. A beneficiarne è stata fin qui in primis l’alternativa open source Mastodon, che in pochi giorni conta un gran numero di nuovi iscritti. Nel frattempo, Twitter sta già lavorando  a quello che inizia ad essere definito come il “New Blue”, ma il lancio è stato rimandato a dopo le elezioni di mezzo termine.

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