La giovane è stata trasportata al Poliambulatorio di Lampedusa, ma è deceduta dopo poco tempo. La Procura di Agrigento apre un’inchiesta
Nella scorsa notte, dopo lo sbarco sull’isola di Lampedusa, una giovane migrante è morta nel Poliambulatorio dell’isola siciliana, per ipotermia dopo aver affrontato il freddo delle acque mediterranee. Non c’è stato niente da fare per impedire la tragedia: e così l’ennesima operazione di soccorso della Guardia di finanza termina nel peggiore dei modi possibili.
La donna era partita dal porto di Sfax, sulle coste della Tunisia. Il barcone era partito probabilmente nella notte fra domenica e lunedì.
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Adesso sarà la Procura di Agrigento a seguire gli sviluppi, dopo l’apertura di un’inchiesta sulla morte della giovane ragazza. All’identificazione degli scafisti delle due imbarcazioni coinvolte se ne occuperà il procuratore capo della Squadra Mobile, Salvatore Vella.
Salvate 84 persone
Nell’operazione di soccorso della scorsa notte, sono 84 le persone aiutate dalla Guardia di finanza, presto portate nell’hotspot di Lampedusa. Due i barconi coinvolti: il primo con a bordo 41 migranti – fra cui 14 donne e un minore – e un secondo con 43 persone – 21 le donne e ben 5 i minori.
La situazione dell’isola siciliana nel mar Mediterraneo si aggrava sempre di più. Gli sbarchi sono ripresi, dopo lo stop di quattro giorni a causa delle cattive condizioni delle acque.
Gli hotspot di accoglienza hanno aumentato a dismisura la loro capienza. La Procura fa sapere che circa 80 persone sono state trasferite, trasportate col traghetto di linea Veronese, a Porto Empedocle. Al momento, nei centri di accoglienza rimangono 1053 persone, a fronte dei circa 400 posti disponibili.
Si continua a litigare mentre la gente muore
Nel porto di Catania è passata la prima notte dopo lo sbarco dei migranti raccolti dalla Humanity 1 e Geo Barents di Medici senza frontiere, avvenuto nella serata di ieri dopo due giorni di sosta prima di ricevere le autorizzazioni dal Viminale. Nel frattempo, dai vertici della politica continuano le discussioni sulle responsabilità italiane ed europee nell’accoglienza dei migranti.
Il governo italiano ha bloccato la strada alla Ocean Viking, con a bordo 243 persone, che, dal largo delle coste di Trapani, si è spostata immediatamente nel primo porto disponibile ad abbracciarla: Marsiglia. Il sindaco della città francese, Benoît Payan, si è detto pronto all’ormeggio dell’imbarcazione di salvataggio e aspetta il via libera da parte di Parigi.
“Mi sono rivolto al governo francese dicendo che sarebbe un onore per Marsiglia, nonché un onore per la Francia accogliere l’Ocean Viking qui in Francia – ammette il primo cittadino – È necessario, perché sono naufraghi, parliamo di donne e bambini a bordo di una nave, che erano sul punto di annegare. Non accetterò mai che si debba chiedere loro i documenti o il colore della pelle”.
Si litiga anche oltralpe per l’accoglienza dei migranti. A Payan risponde, infatti, Gilbert Collard, eurodeputato di ultradestra che scrive sui canali Twitter: “L’Ocean Viking si dirige ormai verso la Francia con 234 clandestini a bordo: quando è troppo è troppo, prima deve venire la nostra miseria! Nessun porto francese all’Ocean Viking”.
Dello stesso parere è anche Eric Ciotti, deputato di Alpes-Maritimes, che definisce l’ipotetico sbarco delle persone sulla Ocean Viking “un errore per la Francia”. In un’intervista rilasciata a Radio J insiste: “Queste navi devono tornare verso le coste di partenza”.
Ma mentre i grandi, panciuti politici italiani ed europei continuano a discutere animatamente dalle poltrone di sontuosi palazzi, a Lampedusa, a Catania e nel mar Mediterraneo, la gente continua la sua traversata. E la morte della giovane ragazza partita da Sfax, con le basse temperature in arrivo, non fanno altro che presagire l’ennesima tragedia umana.
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