La Cina alla volta della Germania

Francesco Serra
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Dopo il Piero nuovo investimento sul porto di Amburgo

In un labile equilibrio diplomatico, la Germania dopo le rassicurazioni sugli F-35 agli Stati Uniti chiude una partita Internazionale decisiva per le proprie ambizioni economiche spalancando le porte alla Cosco e alle mire espansionistiche in chiave geopolitica del temibile Xi Jingping.

Anche la Germania si è convertita al mandarino? È ancora troppo presto per dirlo, sta di fatto che il porto di Amburgo parla per il 35% la lingua della Repubblica popolare cinese e suona la carica per la gioia del rieletto Segretario del Partito comunista Cinese Xi Jingping.

Viene ovviamente da pensare che la strategica cessione del 35% al Colosso Cosco shipping Ports limited, proprietario dell’importantissimo Scalo Marittimo greco del Pireo, non sia frutto del caso men che meno di problemi economici dai quali rifuggire.

La Germania tiene molto alla “Via della Seta” e a tutto ciò che ne può derivare nell’approvare una partnership economico finanziaria con il Paese del Dragone.

La Cessione da parte della Hhla all’operatore di terminal cinese Cosco è il frutto di una strategia precisa e risoluta in testa al Cancelliere tedesco Olaf Scholz a dispetto del parere, più che contrario, dei suoi ministri  – soprattutto del ministro dell’Economia e del clima Robert Habeck che non vede di buon occhio taluni investimenti in terra di Germania e dei servizi di sicurezza tedeschi – che in buona sostanza intravedono in questa operazione un buon motivo per vedersi mettere in discussione i già labili equilibri interni all’Unione Europea ed extra europei.

E non è il primo caso di snodo portuale acquisito per mettere ancor di più a soqquadro l’attuale risiko geopolitico a cui da tempo stiamo assistendo.

Con l’inizio di un serio interessamento di Pechino al grande porto di Amburgo – che è il più grande porto della Germania e il secondo d’Europa dopo quello di Rotterdam in Olanda – si rappresenta un ulteriore nuovo passo per ragionare concretamente circa le influenze cinesi nel Nord Europa. Dal Pireo al porto di Salonicco, assolutamente centrali rispetto a quelle che sono le dinamiche marittime, geopolitiche e geostrategiche nel Mediterraneo – in specie quello balcanico e turco-nero – cui già la Russia prima e la Cina in seguito hanno piazzato le proprie bandierine, portano seriamente tutti i Decision Maker del mondo a riflettere sulle ferme intenzioni dell’Asse Sino-Russo ad espandersi il più possibile, minando indirettamente anche la instabile sicurezza di buona parte dell’Unione Europea ed anche della Nato stessa.

Semmai dovesse spirare il termine contrattuale per ritenere legalmente autorizzata l’acquisizione del 35% del porto di Amburgo dalla Cosco, si creerebbe un nuovo asse Sino-Teutonico? A tal proposito e nell’ipotesi in cui venga siglato questo “affare spettacolare” cosa succederà rispetto ai già labili equilibri geopolitici in seno all’Unione Europea ed in particolare ai rapporti marittimo-infrastrutturali con l’Olanda?

Incastri complessi di più grandi interessi economici e geopolitici in aree particolarmente sensibili che vede, ahinoi, tutti quanti pronti col colpo in canna.

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