Secondo il portavoce del Cremlino: “È necessaria un’indagine internazionale approfondita sulle rotture dei gasdotti”. Livelli record di metano su Svezia e Finlandia dopo la fuga di gas dovuta ai sabotaggi dell’impianto
Il gasdotto Nord Stream continua ad essere sotto i riflettori dei media internazionali, proprio oggi i giornali svedesi e norvegesi parlano di “grande nuvola”. Sono, infatti, Svezia e Norvegia ad averne risentito di più, con livelli record di metano dopo la fuga di gas innescata dai sabotaggi. Un vero e proprio attentato ancora da chiarire, come al solito Mosca punta il dito verso l’Occidente ma poi si rifiuta di spiegare le “ipotetiche” prove.
Intanto, l’operatore del gasdotto ha fatto sapere che inizierà il piano per la valutazione dei danni attraverso il Mar Baltico non appena riceverà i permessi ufficiali necessari per iniziare l’operazione ed iniziarla in sicurezza. Infatti, l’accesso all’area degli incidenti potrà essere consentito solamente dopo che la pressione all’interno di Nord Stream si è stabilizzata e la perdita di gas interrotta. “Fino al completamento della valutazione dei danni, non è possibile prevedere i tempi per il ripristino dell’infrastruttura di trasporto del gas” ha, inoltre, affermato la società del gasdotto.
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Il malfunzionamento è avvenuto all’inizio di questa settimana vicino all’isola danese di Bornholm quando si sono verificate le perdite di gas sulle due stringhe del primo gasdotto Nord Stream e su una delle due stringhe del gasdotto Nord Stream 2.
La Russia accusa l’Occidente e parla di “terrorismo”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, afferma che Mosca reputa necessario proseguire con un’indagine internazionale approfondita sulle rotture dei gasdotti, ma, rifiuta di commentare una dichiarazione dell’intelligence russa secondo cui il Cremlino avrebbe prove che indicano la colpa dell’Occidente nel sabotaggio del gasdotto nel Mar Baltico.
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